Favolacce, l'estate nera dei fratelli D'Innocenzo
Visibile in streaming il film vincitore dell'Orso d'argento per la migliore sceneggiatura
di Giordana Moltedo
Il tempo sospeso di un’estate romana che caratterizza il quartiere residenziale di Roma, lo Spinaceto.Un quartiere residenziale immerso nel verde, composto da una serie di villette a schiera e popolato dalla piccola borghesia romana, sempre in bilico tra l’affermazione e la frustrazione di non poter mai compiere un vero e proprio salto di qualità nella scala sociale. Frustrazioni antiche che, calate nel contesto odierno di precarietà e perenne sospensione delle vite, amplificano ancora di più le paure e le ansie, ingenerando nuovi drammi. Ed è forse proprio questa dimensione della sospensione che rende Favolacce, il secondo film dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, un qualcosa di inafferrabile e unico nel panorama cinematografico italiano. La particolarità del film è insita alla capacità da parte dei fratelli D’Innocenzo, di aver dato vita a un film basato su due dimensioni parallele, senza mai distogliere lo sguardo della macchina da presa dalla quotidianità che vivono i tre nuclei familiari protagonisti della storia, in quella che sembra rivelarsi come una vera e propria indagine sociologica.
Le tre famiglie protagoniste della storia si trovano a vivere un’estate caratterizzata dalla tipica calura estiva alternata alle piogge, dalle gite fuori porta al mare, fino alle cene all’aperto e alle tavolate con gli amici. In questi gesti traspare solo la quotidianità. Eppure la crudezza e la brutalità sono sotto gli occhi di tutti e così, anche un episodio innocente come la lettura ad alta voce della pagella, rivela la ferocia di quel mondo adulto con i quali questi bambini si trovano ad interagire, tra l’altro in una fase di passaggio verso l’adolescenza. Ma tuttavia negli sguardi dei bambini, e in quel mondo parallelo che si sono costruiti, vi è la volontà di mantenere quell’innocenza che paradossalmente permette loro di mantenere un’obiettività che li porta ad essere molto più giudiziosi e coscienziosi degli adulti stessi e quindi dei rispettivi genitori.
La coralità del film e la conflittualità del rapporto tra genitori e figli, restituiscono ancora di più quel senso di sospensione e di tensione sul quale gioca Favolacce. Il film appare come una bomba pronta ad esplodere da un momento all’altro. Ciò è tangibile fin da subito, ovvero quando la voce fuori campo matura, ferma e avvolgente di Max Tortora, rivela allo spettatore che ha trovato questo diario scritto da una mano acerba e sognante, ma dove chiaramente vi è anche un qualcosa di non scritto. Questa prima premessa costituisce l’introduzione della favolaccia, che si completa con un monito: “Quanto segue è ispirato a una storia vera, la storia vera è ispirata a una storia falsa, la storia falsa non è molto ispirata”. E così, quel senso di tensione pronto ad esplodere da un momento all’altro, non è altro che un senso di morte sempre in agguato. Una scelta coerente, perché essendo il film una favola, la scrittura dei fratelli D’Innocenzo rispecchia esattamente quelli che sono i tipici archetipi narrativi delle favole (dai fratelli Grimm a Collodi), oltre al classico archetipo del rapporto tra padri e figli, che nel film si rivela in tutta la sua crudezza in alcune scene tra Bruno (Elio Germano) e il figlio Dennis (Tommaso Di Cola).
Proprio l’utilizzo di tale archetipi, in particolare del rapporto tra padri e figli e il raccontare la storia dal punto di vista dei bambini, proietta il film dei fratelli D’Innocenzo in una dimensione cinematografica molto più esterofila rispetto alla tradizione nostrana, fatta eccezione per i film di Matteo Garrone, tendente invece alla perenne rassicurazione dello spettatore. La storia narrata dai fratelli D’Innocenzo sembra entrare quindi di diritto in un nuovo filone inaugurato negli Stati Uniti dalla società di produzione A24. Per gli amanti di quelle che sono le nuove tendenze del cinema americano, la visione di Favolacce avrà rimandato la memoria ad uno dei film più interessanti usciti nel 2018 e prodotto proprio dalla A24, ovvero Un sogno chiamato Florida di Sean Beaker, che narra la storia di alcuni bambini che vivono in un Motel di Orlando, non molto distante dal parco divertimenti di DisneyWorld che però, nel film, appare come uno sogno lontano. Ad accomunare i due film è la volontà di raccontare il mondo odierno con lo sguardo dei bambini che rivela la sfiducia che gli stessi provano nei confronti degli adulti. Sono invece molto diversi, sotto uno stretto profilo cinematografico, i toni dei due film. Un Sogno chiamato Florida ha una fotografia piena di luce e carica, mentre la scrittura è ironica e al tempo stesso malinconia, Favolacce invece è una storia grottesca e nera, e la fotografia rispetta questi toni.
Dopo La terra dell’abbastanza e il trionfo con Favolacce all’ultima Berlinale, dove il film ha conquistato l’Orso d’argento per la miglior sceneggiatura, i fratelli D’Innocenzo si candidano di diritto ad essere i nuovi punti di riferimento del cinema italiano. Certo è un dispiacere non godere della visione di questo gran bel film sullo schermo di una sala cinematografica, ma siccome Favolacce è un importante affresco sui tempi odierni e il cinema italiano va sostenuto, è possibile vedere il film a 7,99 su varie piattaforme on demand quali Sky Primafila Premiere, Chili, Tim Vision, Google Play, Infinity, Rakuten Tv e CGDigital .