LIBRI Quello che non sono
Debutto letterario di Giuseppe Gargiulo, a metà strada fra romanzo giallo e scritti diaristici
di Mariangela Ranieri
Qualcuno diceva che oggi i giovani sono ossessionati dalla "presenza dell'assenza", intendendo, con questo vago concetto, che se prima le ribellioni erano guidate da un reale senso sociale, oggi sembrano invece essere dominate da un concretissimo senso di noia, appunto dalla presenza di un vuoto. Chi vide ciò, guardava senza dubbio alla cosiddetta "gioventù bruciata", guardava giovani sonnambuli, risucchiati da città demoniache.
Eppure oggi, nel 2015, con il tasso di disoccupazione giovanile che supera il 40 per cento, c'è chi continua a sperare, c'è chi si distingue, chi brucia, prima d'essere bruciato. Parlare di passione, di sogni sembra anacronistico, dire "da grande voglio essere.." sembra sempre più una frase da film malinconici, eppure ci sono milioni di esempi che possono confermare quanto invece la passione debba guidare ogni scelta, ogni azione.
Giuseppe Gargiulo quando ha deciso di pubblicare "Quello che non sono" sulla piattaforma online "Self-Publishing -youcanprint" e successivamente su altri siti web (da Amazon, raggiungendo la quinta posizione nella classifica dei "top 100", a Playstore) ha in realtà deciso di dare forma a ciò che da sempre ha amato fare: scrivere.
Giuseppe, classe '93, vive a Torre del Greco. Nell'anno accademico 2011/2012 prende il diploma all'istituto tecnico professionale, per poi iscriversi alla facoltà di Lettere Moderne della Federico II, che ha dovuto abbandonare per questioni lavorative. Ha seguito diversi corsi di scrittura creativa offerti dall'associazione Torrese "ALT", grazie alla quale è riuscito a portare a termine nel 2013 il suo primo manoscritto. "Quello che non sono" si pone a metà strada fra il romanzo giallo e gli scritti diaristici, si tratta infatti di una storia con uno sfondo di verità, una storia comune, a cui potersi legare e dai cui trarre forza e consapevolezza.
"Dovevo godermi la vita là fuori, capire che non era il numero che segnava la bilancia a dirmi chi sono, non ero tutti quegli insulti gratuiti che mi arrivavano ogni giorno. Ma quando si commette l'errore di smarrire sé stessi, purtroppo, il prezzo da pagare è alto per ritrovarsi, ed ognuno sconta le proprie pene a modo suo". "Chi sono? Cosa fa di me ciò che sono?" domande pirandelliane, domande che danno vita a dubbi perversi, domande a cui lo stesso Pirandello non seppe dare una concreta risposta, se non facendo una chiara distinzione tra maschera e persona. Un libro che va letto tutto d'un fiato, un libro che ha vinto una doppia sfida, non solo quella di "Totò", ma soprattutto quella di Giuseppe Gargiulo, quella di un ragazzo che negli anni della crisi letteraria, negli anni della crisi libraria, negli anni della presenza del vuoto, non ha perso di vista ciò che lui sentiva di essere, non ha perso di vista ciò che il mondo sembra ormai non riconoscere.