Il futuro dei robot

Le intelligenze artificiali diventano umanoidi. A Napoli il primo cyborg pizzaiolo

    di Adriano De Simone

I robot sono attivi da anni a supporto delle nostre vite ma si sono sempre mossi nell'anonimato delle grandi fabbriche ed è solo nell'ultimo decennio che si sono resi una realtà alla portata di tutti. I droni ad esempio sono tra i robot telecomandati più gettonati tra i ragazzi ed uno degli acquisti sempre più frequenti, ma non mancano robot aspirapolvere, da cucina, tagliaerba robotizzati finanche i primi maggiordomi robotici. Ad oggi, però, i robot hanno iniziato anche a mutare la propria forma, tant'è che gli ingegneri ed i costruttori li progettano e realizzano su un sagomato umano. Li chiamano Umanoidi e nel prossimo futuro dovrebbero essere perfettamente in grado di circolare liberamente tra di noi.

Basati su una intelligenza artificiale fondata sull'implementazione di algoritmi euristici, questi robot sapranno apprendere informazioni dal mondo circostante e reagire di conseguenza; saranno utilizzati dalle forze dell'ordine come vigilanza per la segnalazione di reato in tempo reale; saranno capaci di aiutare l'uomo con carichi pesanti; potranno essere adoperati negli info-point per fornire informazioni a turisti provenienti da ogni dove e saranno capaci di ricercare informazioni sul momento, in quanto perennemente connessi ad internet.

Vanto e orgoglio dell'Italia tutta, la nostra Napoli è il fiore all'occhiello della ricerca internazionale del mondo robotico: si tratta di lavori a cui dedicano mente e cuore i ricercatori dell'universitario centro di ricerca PrismaLab guidati dal Professore Bruno Siciliano. Si pensi che l'ultimo dei lavori del laboratorio consiste in un robot pizzaiolo, il primo umanoide al mondo capace di interagire con corpi deformabili. Risulta evidente che qualche umanoide sperimentale, sebbene ancor lento nei movimenti e nelle capacità di connessione tra elaborazione delle informazioni e conseguente azione, è già stato reso attivo; tuttavia i costi di progetto e produzione non ne permettono una rapida diffusione globale.

In fondo non c'è da meravigliarsi, è il solito trend di mercato per le tecnologie e fino a quando ricerca e produzione incalzano nella delineazione di macchine sempre più performanti, rapide ed efficienti, abbiamo buone possibilità di credere in un futuro popolato da uomini e cyborg.





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