Disordine in mostra

Sanzone e Howe in Disturbances/Scompigli a Villa di Donato fino al 15 aprile

    di Sveva Della Volpe Mirabelli

L’Istituzione Culturale internazionale Art1307 inaugura la stagione espositiva 2018 con una mostra all’insegna del disordine estetico-espressivo dal titolo “Disturbances/Scompigli” di Amedeo Sanzone e Brad Howe, curata e ideata da Cynthia Penna. Le settecentesche sale di Villa di Donato, a Napoli in piazza Sant’Eframo Vecchio, accoglieranno dal 16 marzo al 15 aprile la bipersonale italo-californiana. Tema dell’esposizione è un dialogo a due voci intorno al senso della costruzione della forma nello spazio.

Il napoletano Amedeo Sanzone mette in campo un’indagine emotiva. L’opera informa l’ambiente in cui è inserita attraendone gli elementi più languidi come riflessi e luminescenze. Il lexan, curvato a freddo e plasmato, offre la propria superficie levigata come scena, su di essa si muovono le immagini specchiate e distorte. Sanzone rompe la quarta parete, l’osservatore è attore. La fissità della materia è animata dalla luce, scandita dai colori e mossa dallo spettatore. È questo il disordine provocato. Lo spostamento di confini formali e cromatici determina “disturbances/scompigli” in relazione alla stabilità di un ordine dato in cui le separazioni e i ruoli sono netti.

Qualcosa di simile accade con i lavori dell’artista americano Brad Howe, ma in modo meno morbido e più asciutto. Le sue sculture in acciaio dipinto tagliano lo spazio, si increspano spigolosamente in un alternarsi di insolite geometrie. Inflessione ed estroflessione dei piani descrivono dinamiche eccentriche. Diagonali e rette si incrociano, si sostengono, svettano o reclinano mostrando di volta in volta l’interno o l’esterno di una sezione sempre di colore diverso. L’idea di equilibrio è messa in discussione a partire dalla discontinuità cromatica di superfici assorbenti che si piegano come origami. Di questi vincono la fragilità materica, ma ne conservano l’idea. Ne nasce un nuovo modello di interazione tra opera e fruitore la cui forza risiede nella mutevolezza dell’uno rispetto all’altro.

Pur muovendo da percorsi diversi, Sanzone, figlio della tradizione pittorica napoletana, e Howe, di quella americana del ‘900 da Alexander Calder alla Pop art, i due artisti hanno un comune punto d’approdo nel minimalismo, totale per il primo, ultracontemporaneo per il secondo.

“Disturbances/Scompigli” invita a meditare sulle possibilità dell’arte di farsi indietro o di sporgersi in riferimento ai propri mezzi o al proprio tempo, come un’esortazione al compiersi dei versi di Montale: “Penso/che se tu muovi la lancetta al piccolo/orologio che rechi al polso, tutto/arretrerà dentro un disfatto prisma/babelico di forme e di colori”.





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