Napoli luminoso con l'alchimista Spalletti

Dalle magie di Kvara ai gol di Osimhen: il pagellone azzurro di un esaltante 2022

    di Davide Martino

Nel ventre di un campionato mondiale artefatto e malinconicamente orfano dell'Italia restano ancora negli occhi e nella mente dei tifosi le favolose immagini del Napoli di Spalletti. Come anticipato la chiusura forzata del torneo nazionale ha smorzato l'attenzione dei media, limitando l'esaltazione per gli azzurri di Spalletti a sporadiche interviste di addetti ai lavori, i quali con molta presunzione ammoniscono l'ambiente sulla possibile risalita delle rivali, impegnate su altri fronti ben più complessi e articolati.

In questo vuoto forzato resta la programmazione della preparazione invernale in ottica di gennaio e lo studio meticoloso di Spalletti, figlio anche di convincenti esperienze in terra russa negli addietro. Già Spalletti, allenatore mai troppo amato e sicuramente aspramente contestato in ogni sua esperienza pregressa italiana. Alchimista e genio, ma anche focoso e irascibile, il tecnico di Certaldo resta il vero grande protagonista dell'inaspettata ascesa del Napoli attuale.

Il suo primo anno all'ombra del Vesuvio ha diviso l'ambiente tra prudenti ottimisti che ne chiedevano la conferma, anche per aver raggiunto in scioltezza l'obiettivo dichiarato del rientro in Champions e incalliti contestatori che ne chiedevano la testa per le discutibili scelte di fine stagione, additando, con senno, le responsabilità per l'amara involuzione dello scorso torneo. L'alternanza di stati d'animo è stata totalmente fugata in questi ultimi mesi dell'anno. La crescita vertiginosa della squadra porta univocamente il nome del tecnico toscano capace di amalgamare una rosa equilibrata, con punte di diamante, ma priva di prime donne.

I grandi meriti riconosciuti al mister svariano indistintamente dal gioco alla gestione, con il comune denominatore della leadership incontrastata del tecnico. Il Napoli è figlio di un'idea di gioco sviluppata nei recenti anni a livello continentale e approcciata in Italia dall'Atalanta di Gasperini e dal Verona di Juric. Quelli nazionali restano esemplificazioni limitanti, poiché il Napoli di questa stagione abbina costruzione dal basso a improvvise verticalizzazioni, ma anche un gioco di isolamenti che consente il taglio improvviso e devastante sul lato debole dell'azione offensiva. Il Napoli è cresciuto esponenzialmente in impatto fisico, ma senza snaturare la congenita qualità tecnica della stragrande maggioranza dei suoi interpreti. La grandezza di Spalletti è stata proprio l'unione di queste due componenti, molto difficili da miscelare, ma che con la giusta alchimia producono un risultato di rara bellezza.

Il resto lo fanno i giocatori e, pertanto, la bravura di uno scouting sempre apprezzato per la ricerca di qualità e serietà degli interpreti al giusto prezzo di mercato. La squadra continua la sua favola anche durante la pausa forzata programmando il futuro immediato, con la speranza, non troppo celata, del rientro celere dei cinque giocatori impiegati in terra qatariota. Siamo alle porte del ritiro in terra turca, scelta non a caso anche nella precedente spedizione russa da Spalletti, con una stagione che dovrà dare conferme il grande inizio degli azzurri confezionando quel sogno che i tifosi coltivano da decenni e che troppi ritengono irraggiungibile in assenza del Dio calcistico che ha dominato Partenope con la sua grandezza. 

Già Diego che due anni fa ci lasciava tristemente, senza motivo valido e con un iter ancora troppo oscuro, oggi come sempre resterà nei cuori di tutti gli appassionati per la sua enormità dentro e fuori dal rettangolo di gioco.  Oggi argentino vicino alla sua patria che sogna ancora di rivivere la magnificenza della sua epoca, traslata nel suo unico erede di nome Leo Messi e, domani, azzurro come il nome dello stadio che da tre mesi sta splendendo a colpi di magie, con il sogno nel cuore riposto anche nella bravura di un tecnico genio e sregolatezza.

Il calcio giocato oggi manca più che mai in considerazione delle tristi notizie che giungono da Torino, ma il ricordo di un Napoli così appassionante riesce a mitigare l'attesa infondendo speranza nei cuori dei tifosi partenopei.

PAGELLONE AZZURRO 2022

Meret 8 spalle grosse. Si è ripreso il Napoli.

Di Lorenzo 8,5 paragonarlo a Zanetti vale ogni altro commento

Rrhamani 8 impeccabile. Speriamo torni presto.

Kim 8,5 per certi versi il miglior acquisto della stagione.

Mario Rui 8 assist e giocate di classe a ogni partita.

Anguissa 8,5 una forza della natura, ma con qualità.

Lobotka 9 Il solo insostituibile.

Zielinski 8 finalmente più alti che bassi. 

Lozano 7 bruciante e irritante. Non è al livello degli altri due compagni di attacco

Osimhen 8,5 sta studiando da leader. 

Kvara 9,5 fuoriclasse. Emozionante.

Sirigu SV

Zanoli SV il solo a giocare con il contagocce

Ostigaard 7 altra grande intuizione di mercato. Il futuro è suo.

Juan Jesus 7 sempre presente. Prezioso.

Oliveira 7,5 studia per essere titolare. Limitato a inizio stagione dall'infortunio.

Demme SV lo stiamo aspettando

Gaetano 6 Spalletti lo proverà come vice Lobotka

Ndombele 6,5 prima alternativa di centrocampo. Molto offensivo. In crescita.

Politano 8 ottima l'alternanza con Lozano. Ad oggi si fa preferire.

Simeone 7,5 minuti? Pochi. Gol? Tanti. Attributi? Enormi. In empatia con la piazza.

Raspadori 7,5 magiche le notti di Champions. Il futuro è suo.

Elmas 7,5 un finale in crescendo. Deve crederci sempre.

Zerbin SV ha iniziato con più minuti. Poi è calato. Servirebbe un'esperienza formativa in serie A.

Spalletti 9 alchimista





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