Da Stanford il primo cervello elettronico

Neurogrid rivoluziona l'elettronica biomedicale

    di Adriano De Simone

Il progetto si chiama Neurogrid ed è costato l'incessante lavoro del team di ingegneri e ricercatori della Stanford University che, sotto la guida del Professore Kwabena Boahen, hanno sviluppato il primo sistema neuromorfico, capace di simulare in real time una struttura cerebrale da un milione di neuroni.

Neurogrid viene progettato ed implementato al fine di ricreare il modello di funzionamento della corteccia cerebrale dei topi, aventi circa 164 mila neuroni. Benché il sistema neuromorfico non sia capace di emulare il cervello del roditore alla stessa velocità dell'animale, esso costituisce egualmente una sorprendente novità; non solo perché si tratta del primo cervello artificiale implementato in un dispositivo elettronico ma anche e soprattutto perché ha aperto nuovi orizzonti di ricerca nel panorama dell'elettronica di carattere biomedicale.

Neurogrid lavora in dispendiose condizioni energetiche (400W) e rende una capacità computazionale di molto inferiore a quella del topo; sì che stando ad un effettivo confronto, emerge che il topo è più rapido nei ragionamenti e consuma una potenza molto più ridotta in termini di Kw/h;

Ma quindi come mai parliamo di una rivoluzione?

Molto semplicemente siamo davanti al primo prototipo di intelligenza mai realizzato esclusivamente in hardware ma già si lavora a nuove idee di sviluppo che con l'avanzare delle tecnologie e sicuramente con il supporto di chip rapidi e di dimensioni sempre più esigue, porterà a risultati sempre più ottimali. Ad oggi è stato stimato che per ricreare  una corteccia cerebrale esponenzialmente più complessa di quella di un topo, come magari quella umana, si necessiterebbe di un supercomputer con una dissipazione di potenza ancora troppo elevata ma si tratta di obbiettivi che il futuro ed i molteplici settori di ricerca non vedono irraggiungibili. E quando i nostri computer saranno in grado di montare queste schede elettroniche e pertanto avranno una propria capacità cerebrale pari a quella di un essere umano?

Qualcuno crede che siamo giunti davanti alla svolta necessaria a rendere le macchine autonome in termini di intelligenza.





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