Vino, poco pubblicizzato

Fuori dai canoni dell’ortodossia commerciale

    di Silvio Fabris

Il caso del vino da pasto non rientra nei canoni dell’ortodossia commerciale del consumismo contemporaneo. E questo perché il vino è sempre stato un alimento tradizionale di primaria importanza, come il pane, l’acqua e l’olio, che hanno la loro costante fruizione nell’abitudinarietà delle azioni di quotidiana necessità, non hanno bisogno pertanto di pubblicizzazione per essere consumati.

Il riscontro ulteriore sul consumo dei vini da pasto doc o pregiati che, pur avendo costi a volte molto superiori ai superalcolici continuamente reclamizzati, al contrario di questi ultimi, trovano la propria veicolazione commerciale attraverso canali ormai collaudati di ordinario consumo, privato o di ristorazione che sia, senza essere pubblicizzati, se non in qualche sporadico caso e nell’atto di prima introduzione sul mercato di una particolare marca.

Ed è quantomeno curioso che oggi sia l’acqua minerale, nemica giurata dei grandi bevitori, ad avere una posizione preminente di sponsorizzazione commerciale, rispetto al vino, che mostra, per questo aspetto, la sua natura “orgogliosa ed aristocratica”.





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