L'estate non sa giocare a moscacieca

Divagazioni da un lettino a riva

    di Amedeo Forastiere

Sono fermo con l’auto al semaforo in attesa del verde. Si avvicina al finestrino un giovane Otello. Mi domanda se può pulirmi il parabrezza tappezzato di moscerini, acconsento. Dopo il lavaggio del vetro, do la mancia, lui mi ringrazia e dice: Fratello tu troppo bianco, andare al mare e prendere sole.

Il verde che si accende e l’auto dietro che bussa il clacson non mi danno il tempo di rispondere al pulivetro. Mi guardo allo specchietto retrovisore interno dell’auto. Beh, il giovane ha ragione, sono bianco da far schifo, domani andrò al mare. Confesso, ci mancavo da due anni.

Chiedo al bagnino di mettere il lettino e l’ombrellone vicino al mare. Sul bagnasciuga c’è sempre un po’ di brezza. Da vecchio etero, butto l’occhio in giro, cerco qualche mammifero modello 103 (come diceva Fred Buscaglione) interessante, che mi riporta ai tempi che furono. Tante giovani, molto carine…con certi costumi. Le donne sono sempre state votate al risparmio, oggi in tempi di magra ancor di più. La stoffa per il costume è quel poco quanto basta per coprire le parti intime, per tutto il resto è stoffa sprecata. Poi c’è sempre quella che esagera nell’avarizia, usando il filo interdentale come slip.

Anni fa, ma non molti, anche gli uomini erano avari, indossavano dei piccolissimi costumi. Un vero spettacolo d’altruismo quando lo slip era bianco e uscendo dall’acqua diventava trasparente. Un coro unanime di sospiri partiva dalle donne. Loro usavano coprirsi ancora con molta stoffa, sia che indossassero un due pezzi che un intero. I ruoli oggi sono cambiati, la donna è diventata avara e l’uomo sprecone. Il costume dell’uomo diventa sempre più lungo. Se il maschio da spiaggia non si dà una regolata, tra non molto lo si vedrà indossare gli zuava a riva.

Oltre a queste considerazioni sulla grandezza (e piccolezza) del costume, ho notato che alcune persone non vanno più in vacanza con l’allegria di una volta. Molti preferiscono il viaggio all’estero, poi ritornano stanchi, esauriti e più bianchi di prima. Alla poca voglia di vacanza, quest’anno si è messo anche il meteo a creare incertezza: Metto il maglione nei bagagli? Forse sarà meglio un giubbino. 

Nella mia giornata marina, l’occhio che salta di qua e di là si ferma su dei ragazzi che giocano. L’estate è stata sempre giocherellona, tutti ci abbandoniamo, ritroviamo quella fanciullezza tanto spensierata. Da ragazzo giocavo spesso a moscacieca con i miei amici sulla spiaggia nel tardo pomeriggio. Si formavano due squadre, maschi e femmine.

Con la conta si sceglieva chi bendare con una fascia di stoffa doppia e rigorosamente nera. Il bendato, nel buio totale, doveva afferrare una ragazza, e come premio gli spettava un bacio, lo stesso era per le ragazze. Gli amici facevano tanti scherzi, spingevamo verso il bendato la ragazza bruttina, la racchietta, la scofanata. Lui solo dopo aver tolto la benda scopriva chi aveva baciato, la scofanata o la bellella. Era un gioco simpatico, prettamente estivo, semplice, divertente, spesso dopo il bacio nasceva la storia estiva, ma solo se si era stati fortunati nell’acchiappare. Beh, una volta era così. I ragazzi di oggi manco sanno cos’è moscacieca.

Quest’anno solo l’estate ricorda il gioco della benda nera sugli occhi. Si diverte ad achiappare qualcosa, ma il meteo non è burlone, è cattivo, spinge avanti all’estate il temporale, anziché il sole, lei bendata lo afferra e si scatena il diluvio. L’estate di quest’anno non è fortunata, a moscacieca.

Ragazzi, alla prossima.





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