Chi trova un nemico, a volte, trova un tesoro

Conversazioni sul regionale delle 7:16 Marcianise-Napoli

    di Amedeo Forastiere

Chi trova un amico trova un tesoro, dice un vecchio proverbio: per la Bibbia sono parole sante. Effettivamente l’amicizia è uno dei legami più particolari che l'essere umano possa stabilire. All’amicizia, com’è noto, è dedicata una Giornata mondiale che si tiene ogni anno il 30 luglio per celebrare questo sentimento, capace di smuovere il mondo, insostituibile, come l’amore.

A volte però capita si verifichino situazioni che vanno al contrario. Vi racconto un fatterello, che non è capitato a un mio amico, come spesso accade, ma a una persona di cui non conosco manco il nome. Non m’impiccio dei fatti degli altri, ma oggi con questi benedetti telefonini capita spesso di ascoltare vicende intime di sconosciuti. La gente parla ad alta voce come se fosse a propria casa, noncurante dei presenti in ascolto.

Comunque, ero nel treno regionale delle 7:16 che va da Marcianise a Napoli: la tratta dei pendolari che lavorano in città, sempre affollatissima. Tutti i posti erano occupati, così un ragazzo dall’aria smarrita e i capelli all’Einstein mi cede il posto. Sorpreso da tanta educazione, dubito che appartenga al nostro pianeta: un alieno?

Il posto ceduto è proprio quello che di solito preferisco, vicino al finestrino. Quand’ero bambino mi piaceva guardare fuori, mentre il treno correva, e il paesaggio mi sfilava davanti velocemente, pensavo al mio futuro, lo volevo così, veloce come un treno. 

Oggi, alla mia età, tutto quello che mi passa dal finestrino lo guardo con un po’ di tristezza, ricordando al tempo in cui pensavo al mio futuro veloce. Fuori piove, il finestrino è appannato, ho poco da guardare, tutto è annebbiato come quel sogno irrealizzato. Così mi soffermo sull'uomo in giacca e cravatta accomodato di fronte. Ha una borsa marrone che stona con le scarpe nere. Lo scruto per capire di cosa s’interessa, cosa fa, sì, in poche parole, chi è?  

L’aspetto è pulito, l’abito scuro si accorda alla cravatta e alla camicia. Parla al telefonino con voce bassa. Sorride, mentre racconta alla persona, che non ho capito se sia donna o uomo, ma le si rivolge con una certa familiarità. La leggera risatina accentua l’aria soddisfatta, la tentazione è forte, devo capire, di cosa sta parlando?

Con molta nonchalance fingo di leggere delle carte che ho con me, attizzo l’orecchio come fa un cane da guardia. Il dirimpettaio continua a parlare con aria serena e soddisfatta. Capisco che dall’altra parte del telefono c’è un uomo, Maurizio, questo è il nome che ripete quando dice: ascolta.

Parla di lavoro e di un collega, Ruggero, l’antagonista, quello dal quale bisogna guardarsi. Ancora non capto il perché di tanta soddisfazione, simile a quella di un eroe che ha appena vinto una dura battaglia. Poi il treno si svuota, rimaniamo io, il dirimpettaio e un altro viaggiatore che dorme. Le parole che l’uomo misterioso affida all’amico Maurizio sono chiare e grazie al treno di nuova generazione, veloce e silenzioso, riesco finalmente a capire di cosa stanno parlando. Questo Ruggero è il classico traditore, infame, spietato, il nemico che a tutti è capitato avere sul lavoro, quello a cui piace distruggere chiunque gli capiti davanti pur di fare carriera.

L’uomo misterioso ripete all’amico al telefono: Sì è tutto a posto, stabilito, il presidente deve solo firmare. No no, tranquillo, questa volta è fatta, sarò il nuovo direttore generale della compagnia. Certo che devo festeggiare. Organizzerò una serata con gli amici veri, quelli che voglio e mi vogliono bene. Il mio amore? Sarà come sempre al mio fianco, come ha fatto in tutto questo tempo, ripetendomi spesso di non mollare, quando sentivo che i polsi non ce la facevano più, era lei che diceva, resisti.

Poi silenzio, annuisce con smorfie di risatina, chissà cose gli dice l'interlocutore. C'è un attimo di pausa seguito da una forte risata e aggiunge: Eravamo, come tu sai due in corsa per la direzione generale, Ruggero ed io. Sì sì certo lui è bravo, con i suoi tanti Master all’estero, con il perfetto inglese, ma è un tipo strisciante, falso, e pronto a vedersi anche la madre per la carriera. Una persona che può tradire in qualsiasi momento. Bravo, uno di cui non ci si può fidare. No, io sempre tranquillo, sincero. Dai, ma poi mi conosci, sai che non tradirei mai, è una caratteristica che non mi appartiene.

L’altro giorno mi ha chiamato il vice presidente, e mi ha comunicato che il consiglio d’amministrazione ha votato all’unanimità per la mia nomina a direttore generale. Poi in forma confidenziale mi ha detto che non hanno scelto Ruggero perché non si fidavano. Tu sai il nostro lavoro è molto delicato, ci sono aziende pronte a pagare grosse cifre per avere informazioni. La cosa che ha colpito il presidente, è stata il modo in cui Ruggero mi ha fatto guerra, usando tutti i mezzi legali e illegali per farmi fuori, da vero nemico. Se non avessi trovato sulla mia strada il “nemico” Ruggero, con la sua guerra spietata, probabilmente oggi non sarei il direttore generale.

Il treno è arrivato a Napoli Centrale, il dirimpettaio si alza, lo vedo tutto intero, ha proprio la figura del direttore generale della grande compagnia (peccato, non ho capito quale). Ancora attaccato al telefono con Maurizio, sentenzia: Sì, bravo, hai ragione, in questa storia è proprio il caso di dire, chi trova un nemico trova un tesoro.  

Alla prossima ragazzi.





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