Dora Della Corte, il cuore in un libro

La scrittrice napoletana presenta al pubblico il romanzo "La collina delle rose"

    di Vincenzo Maio

“La collina delle rose” è un romanzo per riflettere su se stessi, sull’amore, sugli altri. Il lavoro della scrittrice napoletana Dora Della Corte (nella foto) è stato presentato a giugno a San Nicola la Strada, in provincia di Caserta, e sarà proposto di nuovo all’attenzione del pubblico in altre tappe. La psicologa e terapeuta Mariateresa Letizia ha scritto nella sua recensione: «Il romanzo si presenta come una inflessione storico-culturale sulla natura dei legami sociali verosimilmente rivelata attraverso l’esperienza narrativa della voce narrante. La descrizione degli eventi corrisponde, anche, ad una co-costruzione del legame intersoggettivo, tra sé e gli altri, poiché tutto ciò che viene riportato come un evento casuale ed intercorso facilita l’inserimento di nuovi personaggi, che nella trama conducono a comprendere la responsabilità etica di un descrizione strutturata degli affetti, delle emozione e delle sensazioni».

A Dora Della Corte, che oltre ad essere scrittrice è anche poetessa, abbiamo rivolto alcune domande:

Com’è nata la sua passione per la poesia?

«Una passione non nasce all’improvviso, semmai si svela, ed è quello il momento in cui ti rendi conto del significato di nascere a Sua immagine…».

Che cosa ne pensa della poesia come espressione artistica?

«Ogni forma di arte è poesia. Se non c’è poesia, non c'è arte».

Com’è nata l’idea della sua opera?

«Oggi la parola amore è un intercalare, così l’uso di tale atto. Non si fa niente per niente. “La collina delle rose” è il mondo come vorrei che fosse, e non è utopia sperare».

Quale messaggio intende mandare con la sua opera?

«Di non pensare solo a noi stessi. Di ascoltare il cuore quando non è poi troppo tardi. Non si vive una sola volta».

A chi è destinata la sua opera?

«Innanzitutto a me stessa, a mio figlio Mario, al quale l’ho dedicata, sperando che non ne perda il significato. Nutro la speranza che il mondo possa cambiare se ognuno di noi offre una stilla del suo amore».





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