Noi di dentro

Il Natale da una prospettiva diversa

    di Espedito Pistone

Voi di fuori, non vedete l'ora di tornare dentro e a noi di dentro, quelle rare volte che usciamo, ci piacerebbe non dover tornare. A noi di dentro la visuale si rimpicciolisce sin dal primo giorno. Muro, muro, muro con finestra, muro con porta. Chiusa. Anzi sbarrata. Non chiusa bene, proprio sbarrata: fatta di sbarre. Il pavimento non lo so descrivere perché non guardiamo a terra. Il vuoto, guardiamo piuttosto, quando siamo tristi e, cioé, quasi sempre e la finestra. Perché guardare un uccello volare nell'azzurro immenso del cielo, per noi di dentro, non è la stessa cosa che per voi di fuori e questo non credo di dovervelo spiegare.

Dicevo che dentro tutto è più piccolo. I letti, il tavolo e la sedia di legno e anche noi ci facciamo piccini e sogniamo le braccia di mamma che ci stringono forte e quelle di papà che ci fermano e ci impediscono di uscire e di fare quello che non si deve fare.

A noi di dentro la lacrima scende fragile, più che a voi di fuori. L'asciughiamo da soli o la lasciamo farsi compagnia insieme alle lacrime dei compagni. Sì, noi di dentro ci chiamaiamo compagni e compagne, anche se il comunismo non c'è più. Siamo bravi, noi di dentro. Non abbiamo ancora 18 anni e per ogni sei mesi di buon comportamento, ci fanno uno sconto di 45 giorni.

Noi di dentro sogniamo tanto. L'amore, il lavoro, la casa, la famiglia, gli amici. Un po' più di voi di fuori e sicuramente sogniamo più cose. Unico regalo dello stare dentro: avere più sogni da realizzare. Buon Natale. A quelli di fuori e a quelli dentro.





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