Un pony da compagnia

Non solo cani e gatti: il Tar include anche gli equini

    di Adelaide Caravaglios

Tutto cambia, si modifica, si evolve: le proprie idee, le proprie convinzioni, i propri gusti… Cambiano (e sempre più spesso) le leggi; cambia, addirittura, la valutazione giuridica di “animale da compagnia”. Se prima, infatti, “animali da compagnia” erano i cani, i gatti, i pappagallini, oggi tra questi rientrerebbe anche il pony.

È quanto accaduto in un Comune pugliese, nel quale un anziano signore era stato “gentilmente invitato“ ad allontanare il pony che ospitava, in buone condizioni igieniche, nella stalla della sua abitazione, perché il responsabile dell’Asl di competenza riteneva che la presenza dell’animale potesse ledere i terzi non soltanto per il cattivo odore, ma anche a causa della produzione di insetti.

Di diverso avviso è stato il Tar Lecce (sentenza n. 388/2018), cui l’anziano signore si era rivolto, lamentando il fatto che sebbene la normativa nazionale non considerasse l’equino un animale da compagnia, comunque non lo escludeva esplicitamente: per il collegio giudicante, l’animale poteva rimanere con il suo padrone, visti anche i certificati medici, prodotti in sede di giudizio, che testimoniavano come la presenza del pony avesse giovato alla salute del vecchietto. A nulla è valso il fatto che il sindaco, reiterando l’ordinanza, avesse più volte ‘invitato’ l’uomo a portare il pony fuori l’area cittadina. Per i giudici, il provvedimento “nel reiterare gli effetti di una precedente ordinanza di allontanamento dell’equino, ospitato presso l’abitazione del ricorrente, …, non ha dato alcuna evidenza di circostanze sopravvenute, di tale natura da riproporre drasticamente il provvedimento di allontanamento dell’equino in questione, facendo ricorso, peraltro, ad uno strumento eccezionale quale è quello delle ordinanze contingibili ed urgenti”.

Dunque il pony resta a casa con il suo padrone!





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