Canto massimo per tempi minimi
La canzone popolare lucana tra preghiere e storie d'amore
di Redazione
Canto Minimo celebra la canzone popolare lucana, la fierezza di un popolo e la sua atavica fiducia. E lo fa tramite una profonda devozione alla liturgia dei silenzi, al sussurrare mistico di litanie tibetane. Il viaggio nei canti lucani viene compiuto da un’orchestra a due, in un certo senso, ricca e profonda di brividi sonori, di reminiscenze purissime: Francesco Graziano Accinni alla chitarra; insieme alla voce antica, viscerale, da far tremare i polsi, di Giuseppe Forastiero, talento naturale dalla voce mi(s)tica.
Francesco Graziano Accinni viene da una lunga e personale ricerca artistica, iniziata nel lontano 1986 con Mango, con il quale ha registrato e collaborato a quasi tutti i suoi album e live, passando per Miguel Bosè, Mina, Mariella Nava, Rosario Di Bella, Ian Anderson e gruppi sperimentali poco conosciuti al grande pubblico con i quali, tuttavia, è iniziata la sua ricerca sui loop’s e sulle synth guitars. Approda poi ad Ethnos, un gruppo musicale che propone una miscela di musica etnica interpretata in chiave moderna (non solo tarantella, ma anche tango, mazurka e polka) utilizzando strumenti a corda rigorosamente elettrici.
Di recente il suo itinerario musicale lo ha condotto alle radici della tradizione musicale, all’archè degli antichi canti lucani. Un percorso verso il Mistero, che solo un musicista eclettico come lui poteva compiere senza barcollare, senza piegarsi alle mode ed alle lusinghe dei potenti. Ci vuole coraggio per mettersi in gioco dopo più di trent’anni di musica senza fronzoli, ci vuole coraggio ad affrontare sempre terreni inesplorati, senza ammiccare a nulla e a nessuno.
Questo Cantico delle Devozioni ha una storia decennale, perché nasce da una lunga e faticosa ricerca condotta da Accinni, dai tempi di Ethnos, letteralmente condotta per i sentieri, i viottoli, le mulattiere, le cappelle di campagna, le piazze e i tegolati bianchi e assolati di una Lucania inesplorata e immutata.
In questo viaggio Accinni è accompagnato da due grandi della nostra storia meridionale: il primo si chiama Roberto de Simone, genio musicale d’altri tempi, che di recente ha tradotto la favola di Petrosinella del Cunto de li cunti di Basile, offrendone una traslitterazione fonetica che recupera l’oralità e la sonorità del capolavoro della letteratura meridionale del Seicento; il secondo si chiama Ernesto De Martino, il mitico antropologo-etnologo che viaggiò, negli anni del secondo dopoguerra, per la Lucania, riscoprendo gli archetipi di una cultura sempre traballante tra "magia" e "razionalità", le sopravvivenze cerimoniali di fascinazioni, possessioni, fatture, che il grande ricercatore ricostruì passo dopo passo, a contatto con un popolo fino a quel momento cancellato dalla storia.
Accinni, come questi maestri, molti anni fa, microfono in mano, ha macinato chilometri e chilometri per immortalare voci d’altri mondi, per fotografare incontri mistici con esseri sovrannaturali, di quelli che si ha solo buona memoria, fatta di sorrisi e pelli incartapecorite, che continuano a vivere nella serenità di altri tempi, accogliendo solo chi li accoglie nella sua anima. C'è da immaginarselo Accinni mentre registra canti, suoni, ballate e tarantelle di un popolo fiero, ricco di storia, consapevole che il passato non deve morire, che la tradizione vince sempre su tutto.
È questo che si celebra in Canto Minimo: la fierezza di un popolo, la sua atavica fiducia. Un tributo sacro all'essenzialità ed all'interiorità, che può essere percepito nella sua grandezza devozionale in brani come Lu Rusariu ri Natali e O Crevu di Moliterno, o anche Lauda a San Canio di Acerenza. È questo il Manifesto di un uomo che è al comando di sé stesso, che in un’epoca di ciarlatani va dritto per la sua strada. Accinni danza sulle metriche sonore come un sacerdote che svolge una missione sacra, come un gigante che conosce il prezzo, il dolore, la fatica di essere controcorrente in ogni nota musicale. Come De Simone e De Martino, lo immagino passare notti insonni, a capo chino su quelle voci antiche, a carpire inesplicabili segreti, vite e storie da immortalare in una partitura musicale.
PROSSIME DATE DEL TOUR:
13 aprile 2019: Guardia Perticara (PZ);
28 aprile 2019: Sasso di Castalda (PZ).
14-15-16 luglio Sasso di Castalda (PZ) per il "Festival Alla Luna"
27 luglio Pisticci (MT)
14-15 settembre "Premio Brassens" Marsico Nuovo (PZ)