Full service e full brain

    di Silvio Fabris

Devo spiegare anzitutto il perché di questo titolo. Quando fondammo l’agenzia di pubblicità Studio Fabris fin dal lontano 1972, cercammo di identificare la nostra attività col termine: creazione e gestione di campagne pubblicitarie per poi trasformarla nei primi anni '90 in comunicazione d’impresa. Oggi tale termine è un termine persino abusato, allora – lasciatemi questa piccola vanità – allora fu una novità assoluta. Ma io, per varie esperienze nella pubblicità ero ben convinto che l’impresa dovesse avere una strategia unitaria della comunicazione e chi lavora per l’impresa dovesse realizzare o consigliare il coordinamento globale della comunicazione.

Mentre le agenzie full service assicurano lo studio della strategia pubblicitaria in relazione al piano di marketing, la pianificazione e l’acquisto dei mezzi, la creazione e la realizzazione della campagna, col termine full brain si vuole indicare un servizio ben più ampio. Mi riferisco al coordinamento della pubblicità con le relazioni pubbliche, le promozioni, il direct marketing e le sponsorizzazioni, quindi col full brain occorre avere ampiezza intellettuale e tecnica per formulare, attuare o controllare la strategia globale della comunicazione. L’integrazione tra i due concetti è un problema di intelligenze, d’esperienze, di capacità: cioè un problema di “teste” in grado di governare la comprensione globale dei fabbisogni del cliente. Quindi, perché il servizio d’agenzia sia di nuovo e realmente completo, secondo le esigenze di oggi, occorre che le strutture pubblicitarie possano fornire consulenza full brain.





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