Ecco chi ha il potere di spegnere internet

Hacking o governo-controllore?

    di Adriano De Simone

Forse ad un primo pensiero non ci appare possibile eppure internet, la rete di comunicazione e commercio per eccellenza, può essere spenta da remoto. L'asserto è stato già dimostrato in tutti quei paesi che hanno dovuto far ricorso ad un imperativo blocco delle comunicazioni per proteggere informazioni top secret sotto attacco. Per ora, ad imporre una manovra tanto forte sono sempre stati presidenti o alti funzionari statali e militari ma da anni si presenta saltuaria la minaccia di un gruppo di hackers intento a controllare sotto proprio piacimento il traffico della rete e, per certi versi, parte della rete stessa. 

Non è più un gioco! Internet ci permette di comunicare ogni giorno dal nostro smartphone con persone a noi vicine e lontane in modo semplice e veloce, ne siamo dipendenti. Come potremmo reagire se di netto ne venissimo esclusi? Non si tratterebbe di un temporale passeggero che per poco tempo disturba la nostra connessione, ma di un vero e proprio assedio alla nostra libertà di comunicazione. Un assedio che ci vedrebbe disarmati.

E se le domande che balenano in testa sono “Chi? E come si può troncare l'intera rete in ogni suo punto?”, la risposta non è proprio semplice. Internet ha una struttura gerarchica fatta di server (dispositivi che erogano un servizio) e Client (dispositivi che richiedono un servizio). Dall'origine verso il più lontano dei suoi utenti, questa struttura si ripete come un albero, diramandosi ad ogni nodo in più sentieri ma resta il fatto che a fungere da effettiva radice ci siano solo un numero limitato di server in tutto il globo... Sono chiamati DNS (Domain Name Service) e gestiscono l'indirizzamento del traffico sul web. Attaccare i DNS principali e secondari causerebbe un danno di carattere globale ed iterare questa tipologia di attacco fino al livello desiderato, permetterebbe di bloccare ogni connessione in una data area geografica. Eh sì... questa consolazione per ora ci convince che la rete sia troppo grande per collassare di netto nella sua interezza. 

Ovviamente sappiamo che governi e aziende informatiche hanno predisposto diversi meccanismi stabili di protezione a guardia dei server di cui sopra. Ciò che invece ci appare nuovo, per quanto scontato in verità possa essere, è che spesso sono i governi stessi a bloccare il nostro traffico e a filtrare le informazioni a cui possiamo avere libero accesso. È un vero e proprio serrato controllo dell'informazione che raggiunge l'apice nel fatidico “bottone rosso”, il segnale che darebbe comunicato a tutti i Server sul territorio nazionale di spegnersi istantaneamente. Da anni è risaputo che il presidente degli Stati Uniti sia in possesso di una simile autorità e si inizia a pensare che anche la Cina si stia portando a pari livello. 

Inutile dire che spegnere internet in un'area di grandi dimensioni richiede ovviamente una fortissima ragione sensata di fondo. Quando, infatti, una connessione cade tutte le transazioni in atto (azioni di acquisto, controlli bancari, etc etc.) vengono troncate andando in “abort” e questo comporta una lampante perdita di profitto. È chiaro che l'economia ne risentirebbe parecchio e, chi più chi meno, tutti avvertirebbero il colpo.





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