Scampia ricorda Ciro Esposito

Ultras, pastori evangelici, bambini, uniti nella memoria del giovane tifoso napoletano

    di Vanessa Flaminio

Scampia - 27 luglio 2014. Piazza dei Grandi Eventi, per un unico giorno “Piazza Ciro Esposito”, è stata riempita da oltre trentamila persone, ed è stata bagnata dalle lacrime di ognuno dei presenti. Diverse tifoserie, vari capi ultras, pastori evangelici, bambini, adolescenti e adulti, si sono uniti per dare un ultimo saluto a Ciro Esposito; il giovane tifoso napoletano morto, dopo essere stato sparato in occasione della partita Napoli - Fiorentina e aver lottato per cinquantatre giorni al Policlinico Gemelli di Roma. Ad unire tutti in quella piazza, non è stato soltanto l’amore per una famiglia dignitosa e onesta, quella degli Esposito, ma soprattutto la voglia di dimostrare che esiste una Napoli diversa, una città che ha trovato piena rappresentazione nello splendido sorriso di Ciro. Il messaggio della giornata è stato unico e chiaro: “No alla violenza”. Tutte le istituzioni presenti, infatti, non hanno potuto fare a meno di accodarsi a quanto costantemente espresso, da quel maledetto 3 maggio, da mamma Antonella. Lei, “così esile ma così forte”, come ha detto il pastore Evangelico Michele Romeo durante la celebrazione, ha dichiarato subito di aver perdonato chi ha ucciso il suo ragazzo, ha diffuso un messaggio d’amore, di pace e di speranza. Una madre-coraggio che mentre perdeva il suo amato figlio Ciro ha donato a tutti un grande esempio di cristianità e civiltà. Le persone di Scampia non sono state da meno, ieri, infatti, contro ogni aspettativa, il funerale si è svolto in completa tranquillità, con compostezza e dignità. La bara era ricoperta dalle sciarpe di diverse squadre, varie tifoserie hanno assistito all’intera funzione senza scontrarsi, non si è sentito neanche un coro diffamatorio nei confronti dei tifosi romani. Durante quell’evento così solenne, durante l’addio a quell’eroe il cui nome è stato inneggiato varie volte dalla folla, non c’è stato spazio per le discriminazioni e l’odio. Sono stati accolti con un applauso e senza difficoltà anche i rappresentanti delle varie istituzioni presenti, invitati a dire qualcosa in qualità di “amici della famiglia”. Tra di loro, il sindaco di Napoli, De Magistris, l’unico a portare parole di rabbia su quel palco, chiedendo giustizia e accusando le autorità romane di non essere state abbastanza presenti in questa vicenda. Senza rancore ma con parole d’amore, anche il Pastore Michele Romeo ha chiesto giustizia per Ciro, lanciando poi un messaggio importante alla città “Napoli, non essere vinta dal male ma vinci il male con il bene”. Sono intervenuti inoltre, il presidente del Coni, Malagò che ha sottolineato l’importanza di non dimenticare quanto è successo al ventinovenne napoletano affinché la sua morte e l’insegnamento di sua madre non siano vani, e il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentis, che ha parlato del calcio italiano, che deve ritrovare la sua identità e la sua cultura sportiva. Le sue parole sembrano essere le più appropriate, perché Infondo, è di questo che stiamo parlando, di uno sport, di un gioco, per il quale però, Ciro Esposito ha perso la vita.





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