Lascaux 3.0, al Mann viaggio nella preistoria

La mostra «sospesa» dei creativi delle grotte. Un video emozionale ne racconta il fascino

    di Flora Fiume

Nel 1979 il complesso della Grotta di Lascaux è stato inserito nella Lista Unesco del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Si tratta di un complesso di caverne nelle quali si rinvengono opere di arte parietali che sono fatte risalire ad un periodo che va dai 20mila ai 17mila anni fa, durante, cioè, il Paleolitico superiore periodo Solutreano/Magdaleiano. Il sito fu scoperto per un incredibile casualità l’8 settembre del 1940 da un ragazzo, Marcel Ravidat, mentre portava, come ogni giorno, a spasso il suo cane, il quale scavando una buca creò una frana e così facendo creò una specie di passaggio segreto. Marcel ritornò qualche giorno più tardi con altri tre amici in vena di esplorazioni, scoprendo una vera meraviglia di arte rupestre risalente all’uomo di Cro-magnon.

Sin dai primissimi tempi della scoperta del sito fu intrapreso un lavoro accurato di documentazione e studio dell’arte rappresentata nella Grotta, che fu preservata dalla comunità locale che si attivò anche al fine di difenderla dagli attacchi militari durante la Seconda Guerra mondiale. Al termine del conflitto il luogo divenne inevitabilmente un’attrazione turistica con un afflusso di massa: parliamo di circa 1200 visitatori al giorno, con gravi e dannose conseguenze agli affreschi per via dell’anidride carbonica. Per questo si decise di chiudere il complesso di caverne, restaurare i dipinti, e renderli fruibili solo attraverso una ricostruzione fedele in una cava dismessa limitrofa al complesso stesso, a circa 350 metri. Attualmente grazie alle nuove tecnologie si è optato per una ricostruzione digitalizzata che potesse restituire al mondo una versione espositiva itinerante. Quest’anno, per la prima volta in Italia, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli avrebbe dovuto ospitare l’esposizione internazionale “Lascaux 3.0”, scoprendo, nella Sala del Cielo Stellato e in quelle attigue, l’incredibile arte preistorica. Non solo.

A latere della esposizione erano previsti quattro laboratori per il ciclo “Nella Grotta di Lascaux. Laboratorio di decorazione murale”, rivolti a bambini e ragazzi dagli 8 ai 14 anni, in collaborazione con la Scuola Italiana di Comix e l’Accademia di Belle Arti. Purtroppo la situazione Covid ha messo in stand by la mostra che era stata inaugurata il 31 gennaio e doveva proseguire fino al 31 maggio. In attesa della riapertura dei musei e della riorganizzazione dei calendari delle esposizioni, sul sito del Mann è possibile prendere visione di uno dei video che sono inseriti nel percorso espositivo, doppiato e con i sottotitoli. È davvero strabiliante poter vedere, anche solo attraverso il monitor di un pc, la bravura, la cura e l’attenzione degli artisti della preistoria. Il video descrive con un linguaggio visivo emozionale uno dei pannelli della grotta, “il pannello della mucca nera”, che si trova in una zona denominata la Navata, e prende il suo nome dalla figura principale, un uru (antenato della nostra mucca) lungo più di due metri interamente dipinto di nero. Intorno sono presenti incisioni e pitture di cavalli, dipinti con colori di origine minerale. Il differente tratto del disegno rende evidente che diversi artisti si sono succeduti a decorare l’intera parete, sebbene tutte le figure sembrano seguire delle regole tecniche ed estetiche ben precise, come ad esempio la direzione verso cui guardano gli animali, e cioè l’ingresso della Grotta, e la sovrapposizione dei musi dei cavalli o delle loro zampe che rendono alla perfezione il senso del movimento della mandria.

E’ molto probabile che, come hanno rilevato gli studiosi, coloro che abitavano e decoravano la Grotta lo facevano utilizzando una sorta di trabattello di legno, ricavato da qualche tronco di albero tagliato in modo grossolano. Il percorso espositivo è arricchito da approfondimenti che riguardano le varie zone del complesso preistorico. La Sala dei Tori in cui campeggiano due grandi tori e un animale dalle fattezze mitologiche che ricorda un unicorno; il Diverticolo Assiale, in cui è presente una lunga fila di animali; il Passaggio, un collegamento tra due zone con un’altezza limitata e con disegni di dimensioni più piccole raffiguranti animali e motivi geometrici; e infine l’Abside, il Pozzo, dove è rappresentata l’unica figura umana, e la Galleria dei Felini.





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