Lino Musella, la tenacia del teatro

Con 'Tavola tavola, chiodo chiodo', l'attore fa rivivere l'ostinazione di Eduardo

    di Armando De Sio

“Tavola tavola, chiodo chiodo” è uno spettacolo di e con Lino Musella tratto da appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo, con musiche dal vivo di Marco Vidino, prodotto da Elledieffe (Compagnia Luca De Filippo) e dal Teatro Stabile di Napoli. Con grande talento e sapienza interpretativa Musella ricostruisce la storia umana, drammaturgica e personale di Eduardo. In questo lavoro viene ripercorsa la nascita del Teatro San Ferdinando ricostruito e voluto con forza e determinazione dal drammaturgo. Tavola tavola, chiodo chiodo… sono le parole con cui termina la dedica che Eduardo riserva a Peppino Mercurio, il suo storico macchinista, e che fa incidere su una lapide tuttora posizionata sul palcoscenico del San Ferdinando.

La ricostruzione del teatro che Musella alterna con pezzi di vissuto e di pura tenerezza, rapisce, cattura e coinvolge lo spettatore, lasciandogli addosso un vero e proprio senso di appartenenza verso il Teatro e l’Arte della Commedia testimoni autentici di quella ostinata e rigorosa passione che ha caratterizzato la personalità di Eduardo. “Faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro” scrive Lino Musella “e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come ermeticamente indicano quelle parole incise nel Teatro di Eduardo, che in realtà suggeriscono un’azione energica e continua. Questo grande artista è costantemente impegnato a ‘fare muro’ per smuovere la politica e le Istituzioni e ne esce spesso perdente, in parte proprio come noi in questo tempo, ma anche da lontano non smette mai di alzare la sua flebile, roboante voce e mi piace pensare che lo faccia proprio per noi”.

Lo spettacolo affronta anche il grande impegno civile di Eduardo non solo nei confronti della sua stessa arte come quando si rivolge, ad esempio, alle Istituzioni, sia negli scritti che indirizza nell’ottobre del 1959 al Ministro del Turismo e Spettacolo, Umberto Tupini, ma anche quando nel 1982 a Palazzo Madama si rivolge direttamente ai suoi colleghi senatori. Emoziona il carteggio tra Eduardo e i ragazzi di Nisida, che si affidano a lui per trovare una nuova strada da percorrere sul grande palcoscenico della vita. «In questo tempo mi è capitato – scrive Musella nelle sue note – di rifugiarmi nelle parole dei grandi: poeti, scrittori, filosofi, drammaturghi, e su tutti Eduardo De Filippo, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per trovare, in quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definire senza dubbio più presente che mai». «E’ nato così in me – prosegue il regista e attore – il desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e, mano mano, ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie, potremmo dire “donchisciottesche”, condotte instancabilmente tra vittorie e fallimenti».





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