Muro di Berlino, i tributi a Napoli

Le mostre che ricordano l'evento storico del 2019

    di Flora Fiume

Il 9 novembre 1989 è caduto il muro di Berlino. Napoli presenta il suo personale tributo a questo evento che ha cambiato il mondo occidentale con due mostre. Una di pittura a palazzo Zevallos e un’altra di fotografia nella Palatina di Castel Nuovo. Nel Museo di Banca Intesa a Via Toledo, si chiude una trilogia di esposizioni curate da Luca Beatrice e che sono state dedicate alle città del mondo che hanno avuto un ruolo fondamentale nel cambiamento della storia dell’arte sul finire del Novecento. E quindi dopo “Le mille luci di New York” con opere di Andy Warhol e Keith Haring, e “London Shadow”, con opere di Gilbert & George e Damien Hierst, è il momento di “Berlin 1989”.

Un’intera esposizione dedicata al fermento artistico che si respirava a Berlino negli anni ’80, a ridosso della caduta del muro. In quel periodo la pittura tedesca conquista il mondo, grazie ai “Nuovi selvaggi” (Neue Wilden) così vennero chiamati gli esponenti del neo espressionismo, una corrente pittorica caratterizzata da gesti enfatici di una certa brutalità. È una pittura ribelle quella di Rainer Fetting, Helmut Middendorf, Bernd Zimmer, ispirata alla musica rock e punk della fine degli anni ’70 e insieme a temi di attualità e di carattere politico. Una pittura che nasce in spazi off e autogestiti e ben presto conquista musei, gallerie e il mercato. La mostra durerà fino al 19 gennaio.

Per gli amanti della fotografia, invece, al Maschio Angioino, sono in esposizione fino al primo dicembre le fotografie di Luciano Ferrara nella mostra “Berlino 1989 – Frammenti di muro-persone”. Luciano Ferrara è un fotoreporter napoletano freelance che si trovava a Berlino proprio in quei giorni di trenta anni fa. L’esposizione restituisce una precisa ricostruzione storica degli avvenimenti, con suggestivo e imperdibile reportage dal vivo di 50 fotografie e una multivisione di circa 900 riprese che documentano gli avvenimenti a Berlino nei mesi di novembre e dicembre del 1989. La mostra è promossa dal Goethe-Institut Neapel e dal Comune di Napoli.





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