LIBRI Il camorrista fantasma

Quattro autori e un caso ancora nebuloso: ecco la storia di Pasquale Scotti

    di Maria Neve Iervolino

Una vita tranquilla, la routine del lavoro, una mattina senza importanza a rinnovare il documento d’identità, accompagnare i figli a scuola, le dovute raccomandazioni: sono ragazzi vivaci. Poi a comprare il pane, altrimenti chi la sente sua moglie. Vita agiata ma comune quella condotta in una bella città brasiliana sul mare dall’imprenditore Francisco De Castro Visconti. Paga e prende il sacchetto della panetteria, i panini dentro sono caldi e la busta quasi scotta, forse per questo gli sfugge di mano alla domanda: “Lei è Pasquale Scotti?” “Quell’uomo è morto nel 1986” risponde, mentre invece è appena morto Francisco De Castro Visconti. Nella vita di Francisco e della sua famiglia tutto è cambiato: dopo trent’anni viene arrestato il super latitante Pasquale Scotti, il camorrista fantasma.

Il camorrista fantasma, edito da Iuppiter Edizioni, come spiegato nella nota introduttiva, nasce dall’incontro tra il giornalista Enzo Musella e Luigi De Stefano, poliziotto oggi in pensione che ha arrestato numerosi latitanti, fra questi Scotti e Francesco Schiavone detto Sandokan. Il lavoro si è poi sviluppato avvalendosi di altri due autori, i giornalisti Gaetano Pragliola e Gianmaria Roberti. I quattro artefici dell’inchiesta hanno creato un vaso di pandora, una volta aperto il lettore continuerà a farsi domande e vedrà in maniera nuova il contesto in cui vive. Senza l’uso di fiction gli autori esplorano il rapporto tra la malavita e la politica, anche internazionale, ponendo sotto un riflettore il ruolo di Pasquale Scotti, bandito moderno, assassino e capitalista, all’interno della Nuova camorra organizzata.

Alla fine di ogni capitolo l’uso di note dove vengono riportate le fonti da cui gli autori hanno attinto parte delle informazioni, articoli di giornale, interrogatori, interviste, mostra l’accuratezza del lavoro svolto dai coraggiosi giornalisti. Non hanno avuto paura Musella, Pragliola, Roberti che hanno scritto dei rapporti tra Stato e Antistato, tra Democrazia Cristiana, Brigate Rosse e cutoliani e certo non ha avuto paura De Stefano che ha combattuto in prima persona la camorra campana.

Una figura spaventosa quella di Pasquale Scotti delineata nell’inchiesta, esemplificata nella dichiarazione: “Scorrerà molto sangue – ammonì grave – se non verrà raccolto il mio appello a deporre le armi, ad abbandonare chi ha perso ogni senso della vita e dell’onore, Napoli e la Campania soffriranno ancora”.





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