Perche' rivedere la trilogia del dollaro

La preziosa lezione di cinema di Sergio Leone. Il mito degli spaghetti western

    di Mario Vittorio D'Aquino

La frase “Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l’uomo con la pistola è un uomo morto…” la sentiamo dire da Ramon a Joe in uno dei film del La Trilogia del dollaro composta da Per un pugno di dollari (1964), Per qualche dollaro in più (1965), Il buono, il brutto e il cattivo (1966) diretta da Sergio Leone che vede come protagonista assoluto l’allora giovane e poco conosciuto Clint Eastwood. L’ambientazione sullo sfondo di questi tre film ma mai veramente dominante riguarda la guerra di Secessione americana, dunque in pieno periodo Far West. Ed è proprio questo lo spettacolo che vediamo in Per un pugno di dollari in cui una cittadina, San Miguel, quasi al confine con il Messico, è il centro della storia. Diviso il paese tra due bande di famiglie criminali, i Baxter e i Rojo, Joe (Clint Eastwood) vi arriva con un’accoglienza beffarda e meschina. Accasandosi da un oste, per tutta la durata del film saprà bene come agire per sfruttare danaro ed interessi da e per entrambe le famiglie: “i Baxter da una parte, i Rojo dall’altra e io nel mezzo…” sentiremo dire più volte dal pistolero solitario. Tra le due bande, quella prevalente è sicuramente dei Rojo capeggiati dal perfido Ramon (Gian Maria Volonté). In questo clima acceso dove faide e ingegnosi inganni sono all’ordine del giorno, vediamo il protagonista comunque a suo agio, trovando sempre spazio alla sua fredda quanto vincente genialità da bandito soprattutto nello scontro finale contro il suo principale antagonista.

Nel film seguente entra in scena il fu attore Lee Van Cleef nei panni di Douglas Mortimer: mai scelta fu più azzeccata. In Per qualche dollaro in più ma soprattutto nel contenuto finale della Trilogia il charme del personaggio è sempre volto all’incutere terrore e soggezione. Il lungometraggio, assieme al colonnello Douglas Mortimer, ha come protagonista il Monco un giovane pistolero (chiaramente impersonato da Eastwood). Entrambi sono impegnati nel riscuotere una costosa taglia che pende sulla testa di Indio (ancora Gian Marie Volonté) capo di una banda criminale di El Paso. Si creerà un’inaspettata alleanza tra i due, dopo una diffidenza iniziale dovuta ai loro caratteri forti; alleanza che porterà ad un cambio di scena sul finale che lascerà il colonnello e il pistolero diversamente appagati. Probabilmente, il picco di questo tris di film spaghetti western lo abbiamo con Il buono, il brutto e il cattivo tanto per la qualità della trama quanto per le musiche (già eccellenti) e per le scelte azzeccatissime attore-personaggio.

Abbandona il cast Volonté e a lui subentra Eli Wallach nei panni del Brutto oltre ai già citati Van Cleef il Cattivo o Sentenza e Eastwood il Buono o il Biondo. Il film inizia con il personaggio new entry che viene salvato dal protagonista da una esecuzione per essere stato condannato a morte. Ripeteranno spesso questa scena arricchendo così furbescamente la taglia sulla testa del Brutto. A contrasto di questa alleanza c’è il Cattivo figura ancora più spietata dei precedenti antagonisti dei film che è alla ricerca di un tesoro custodito da un certo Bill Carson. Quest’ultimo per tutta casualità lo vedremo in fin di vita sussurrare il posto del bottino (un cimitero) al Biondo anch’egli quasi morente per esser stato punito dal brutto che si stava così vendicando dello stesso trattamento subito proprio dal Buono scene addietro. Preoccupatosi delle condizioni di salute precarie, il Brutto capisce che devono tornare ad allearsi per raggiungere l’ambito bottino. Lo scontro finale, come detto in un cimitero, dopo tante improvvise deviazioni o complicanze sarà a tre. Chi vincerà: il Buono, il Brutto o il Cattivo?

Una delle principali caratteristiche dei film che li hanno resi famosi e tuttora considerati cult del cinema Western è la colonna sonora composta dal grande maestro pluripremiato Ennio Morricone. Chi non ha mai fischiettato o sentito almeno una volta nella vita quel famoso sibilo che accompagna i film della Trilogia o non si è mai commosso per quella di C’era una volta il West. Il lavoro di Morricone è più importante che mai perché nelle melodie c’è tutto quello che ti farebbe pensare a un film western: cavalli che galoppano, spari di rivoltelle, fischi del fischiatore… E proprio grazie a queste musiche straordinarie che Leone per tutta la trilogia non necessita di dialoghi ricchi anche se sono dispensate massime che entrano di diritto nella storia del cinema italiano. “Spaghetti Western”, nient’altro che western all’italiana, è un genere nato e morto con Leone, anche se d’ispirazione per un grandissimo altro regista moderno, Quentin Tarantino.

Il lavoro di Leone era preciso e impeccabile: essendo stato una persona molto esigente non improvvisava mai, e come se non bastasse, non ha mai trascurato il cosiddetto décupage tecnico. Questa parte della pre-produzione richiede molto tempo,  perché bisogna scrivere con esattezza le inquadrature, i movimenti di macchina, l’ambientazione e volendo anche dei dialoghi. Il re degli spaghetti western ne ha fatti uno per ogni sua opera, impiegando anni e scrivendo più di 1800 inquadrature diverse… Leone amava sperimentare nuove tecniche per il suo cinema. Infatti ha reso famoso il Piano Americano (Inquadratura dalla testa del soggetto alle ginocchia, in modo tale da notare le pistole nelle fondine) e il Particolare (ci si riferisce ad una ripresa specifica di un volto o di un corpo umano; nel caso di Leone, l’iconico Particolare è sugli occhi dei tre cowboy ne Il buono, il brutto e il cattivo).

Curiosità

Sergio Leone non sapeva parlare in inglese e per parlare con le persone della troupe usava il traduttore. Clint Eastwood ha diretto e interpretato il film “Gli Spietati” in memoria di Sergio. Gian Maria Volonté non era un attore come gli altri. Con Volonté siamo di fronte a una figura leggendaria: un attore autentico, versatile, incisivo, magnetico, ma che durante le riprese di Per Un Pugno Di Dollari si è fatto trovare completamente ubriaco riuscendo lo stesso a ridisegnare un personaggio quasi improvvisando del tutto le sue battute. La Trilogia del dollaro rappresentava appieno l’Italia del cinema che ci invidiava tutto il mondo: grandi registi, mitici attori e geni come maestri musicali. Da segnalare che i primi due film sono visibili su Prime Video attraverso abbonamento Amazon Prime. “Io dormirò tranquillo perché so che il mio peggior nemico veglia su di me”.





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