Quando il bacio diventa violenza sessuale

Attenti alle eccessive gentilezze

    di Adelaide Caravaglios

Anche un bacio, un castissimo bacio sulla testa, può configurare violenza sessuale: ora è chiaro che non basta solo questo per poter parlare di reato, ma che occorre porre in essere tutta una serie di atti volti a violare la libertà sessuale altrui; sta di fatto che un bacio sulla testa, quando affiancato ad altri gesti come la presa per i fianchi, gli abbracci indesiderati e il toccare le parti intime, concorre comunque a formare una violenza sessuale.

Lo hanno affermato i giudici di legittimità nella sentenza n. 41469/2016: “[…] ai fini della configurabilità del delitto di violenza sessuale – scrivono i giudici – la rilevanza di tutti quegli atti che, in quanto non direttamente indirizzati a zone chiaramente definibili come erogene, possono essere rivolti al soggetto passivo, anche con finalità del tutto diverse, come i baci o gli abbracci, va valutata nel contesto complessivo, tenendo conto dei rapporti intercorrenti tra le persone coinvolte e di ogni determinazione della loro sessualità”. Questo significa che detti atti possono finire con l’assumere una precisa valenza penale, valutati nell’interezza del contesto: nel caso di specie, in particolare, la condotta incriminata era consistita in una serie di comportamenti tra i quali erano compresi anche dei baci sulla testa, affiancati però da gesti più espliciti come il prendere alle spalle la vittima cingendole i fianchi con le mani, il toccarle il seno e l’attaccarsi al suo corpo.

Dunque, attenzione alle eccessive "gentilezze".





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