A cent'anni dalla Grande Guerra

Alla Basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli un evento per ricordare il conflitto

    di Maria Regina De Luca

Il convegno sul centenario della prima guerra mondiale, alla Basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli il 1° luglio, ha dato un colpo d’ala alla ormai intensa celebrazione di questo compleanno in tutta Italia. Della complessa avventura politica e umana, sociale e culturale di una guerra sanguinosa, sono stati messi in luce, nell'affollato incontro alla Basilica, gli effetti deleteri sull’iniziale fioritura di rinnovamento del secolo ventesimo e la perdita di milioni di giovani vite, i soldati e i Ragazzi del ‘99 che l’autrice dei testi ha definito "vittime sacrificali" di un eccidio deciso dalle diplomazie dei vari paesi, per motivi del tutto ignorati dai popoli.

Al protagonista dell’incontro, E. A. Mario, è finalmente toccato il riconoscimento di poeta, scrittore e compositore italiano, i cui scritti rientrano in quella letteratura internazionale che fiorì nelle trincee di tutti i paesi coinvolti nel conflitto, da Remarque Musil, da Hemingway a Ungaretti, da Montale ai Futuristi e da quanti ne furono vivamente partecipi dall’esterno, da D’Annunzio a E. A. Mario a Pirandello e a infiniti altri. Nella fitta schiera dei grandissimi nomi della nostra storia letteraria E. A. Mario prende finalmente il posto che gli è sempre spettato. Le sue poesie, interpretate da una grandissima Annamaria Ackermann e da Raffaele Mancini, le sue canzoni, cantate con toccante partecipazione da Delia Catalano e da Nora Palladino, la sua musica, eseguita magistralmente da Mario Catalano e da Fabrizio Romano, hanno espresso in un linguaggio di altissimo livello artistico i temi che l’autrice da inanellato nel suo schema narrativo, dalla guerra all’emigrazione all’amore in tutte le sue sfumature alla Poesia e infine a Napoli.

Nella sua ultima canzone, eseguita splendidamente dalla nipote del poeta, Delia Catalano, "O Calannario ‘e Napule”, il poeta ha impersonato nelle stagioni del calendario, fuggitive per definizione, le stagioni della vita, della sua vita ormai fuggitiva di genio spesso incompreso. Gli interventi di Raffaele Catalano e di Ermanno Corsi si sono inseriti quali preziosi intarsi in questo mosaico composto da Anna Maria Siena Chianese (già autrice del testo E. A. Mario, un diario inedito), dove storia e politica sono state esaminate nei loro chiaroscuri spesso ancora enigmatici mentre arte e poesia sono state accordate armonicamente in nome della vita che, come l’autrice ha più volte sottolineato, va restituita con la memoria di noi tutti, dei nostri poeti e dei nostri artisti ai giovani caduti nel conflitto, mai come in questa occasione ‘presenti’ ad occupare il loro posto nella storia d’Italia e della Grande Storia del mondo.





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