Regole...di igiene
Niente rapporti sessuali per chi si lava poco
di Adelaide Caravaglios
Chi lo avrebbe mai detto: anche in materia di igiene personale sono intervenuti i giudici di Cassazione, i quali, con la sentenza n. 980/2014 hanno ammonito i sudicioni. Niente rapporti sessuali con chi è poco avvezzo all’igiene personale, hanno tuonato!
In dettaglio, la questione sulla quale erano stati chiamati ad intervenire aveva ad oggetto i rapporti sessuali tra una coppia di coniugi, in cui lui, di professione pastore, pretendeva – ed anche con una certa veemenza, così come emerge in sentenza – di avere rapporti sessuali con la propria donna «senza praticare alcuna igiene e pulizia del proprio corpo»: di rientro dalla propria attività, infatti, la immobilizzava con le mani e la costringeva a fare sesso. Per questi motivi, era stato condannato in primo grado per il reato di violenza sessuale di cui all’art. 609 bis c.p..
Nonostante ciò, in appello, era stato assolto «perché il fatto non sussiste», dal momento che la Corte aveva ritenuto erroneamente consenziente la donna; per fortuna, gli ermellini sono stati di diverso avviso: la motivazione data – spiegano, all’uopo – risultava «carente e insufficiente», dal momento che «la peculiarità dei motivi del dissenso non eliminava il dissenso medesimo, per cui i rapporti sessuali, laddove imposti con forza, erano e restavano violenti».
A nulla è valsa la circostanza che l’unico motivo per cui la donna rifiutava i rapporti sessuali era costituito dalla scarsa igiene del marito: «detta circostanza – chiariscono – non elimina la violenza del rapporto sessuale sussistendo il reato di cui all’art. 609 bis c.p. in tutti i casi in cui i rapporti sessuali vengano in qualsiasi modo imposti, essendo del tutto irrilevanti le modalità ed i mezzi utilizzati e le motivazioni che avessero indotto la parte offesa a rifiutare non un astratto rapporto sessuale con il marito, ma il rapporto sessuale da questi preteso (e poi imposto) senza che avesse praticato quella igiene che la donna riteneva indispensabile atteso il lavoro svolto».
Insomma: per non finire in Cassazione bastava semplicemente lavarsi un po’ di più!