L'ombra di Toto', il teatro che ci piace

La piece racconta la storia di Dino Valdi, controfigura del Principe. Convince Yari Gugliucci

    di Armando De Sio

L’ombra di Totò è uno spettacolo di Emilia Costantini con adattamento e regia di Stefano Reali, andato in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli dal 22 al 27 febbraio. La piece è un’intervista immaginaria a Dino Valdi (al secolo Osvaldo Natale) controfigura affezionata e devota di Totò. La vita del Principe viene raccontata in maniera inedita da colui che per anni è stato la sua ombra, colui che lo ha seguito, sostenuto e sostituito. Durante il funerale, il secondo dei tre che il grande comico ebbe, Valdi, scambiato per Totò risuscitato, viene avvicinato da una giornalista de “Il Messaggero” di Roma, che incuriosita dalle urla e dagli svenimenti della gente, gli chiede di rilasciarle un’intervista. L’umile Dino diventa così per la prima volta protagonista assoluto di una storia che però non è la sua.

È un rapporto complesso quello tra Totò e Dino Valdi: se il primo è salito alla gloria degli altari, l’altro, invece, ha dovuto sacrificare la sua carriera al servizio del Principe. Questa intervista-confessione diventa un’opportunità da parte di Valdi per farsi conoscere: un artista tout court che sa suonare, cantare e recitare; una controfigura devota, che imita alla perfezione l’altro; ma anche un uomo generoso di lodi e stima nei confronti del personaggio Totò, un po’ meno in quelli di de Curtis principe. Dino sfrutta quest’occasione scenica (sempre in bilico tra ciò che è reale e ciò che è fantasia) per sfogare il suo essere stato all’ombra di un attore immenso, umiliato il più delle volte dal principe. Sul palcoscenico il pubblico vede e ascolta un essere umano con le sue invidie, con la sua rabbia, con le sue frustrazioni, con le sue gelosie ma anche con l’emozione di aver lavorato al fianco di uno dei più grandi artisti del Novecento.

Dino fa rivivere la vita pubblica di Totò, il genio comico che ha donato tante risate a Napoli e all’Italia intera, e quella privata di Antonio de Curtis, principe di Bisanzio, un uomo austero che ha travolto con la sua sofferenza tutti coloro che gli erano accanto. Stupenda l’interpretazione di Yari Gallucci, nella parte di un Valdi “umano troppo umano”. Sara Ricci nel ruolo della giornalista de “Il Messaggero” emana fascino e sensualità, unite ad una grande prova d’attrice. Superba Vera Dragone, che rappresenta due delle donne più importanti nella vita di Totò: Diana Rogliani, la sua prima moglie, e Liliana Castagliola, vedette internazionale che per amore del grande attore si suicidò. Le sue sono figure eteree e allo stesso tempo piene di passione e di risentimento nei confronti del loro compagno. Ultima, ma non per importanza Pina De Gennaro, nel ruolo di una tipica portiera di un qualunque stabile napoletano: verve comica e presenza scenica degna di una grande attrice di tradizione. Insomma una messa in scena ricca di emozioni, ironia e sentimento, un inno ai tanti, che pur con grande talento, sono costretti a vivere all’ombra dei giganti.





Back to Top