Su una Ferrari a Monza

In pista sul circuito brianzolo, su una F458

    di Armando Yari Siporso

Uscita dai box a Monza. Prima, seconda. Limite 60kmh orari in pit-lane. Ingresso in corsia di accelerazione con le Lamborghini che ti passano a 260kmh... Apri tutto fino alla sesta e ri-inchioda tutto mentre scali tre marce per la prima variante. E sei solo entrato in pista, non hai fatto ancora nulla. Batti le ciglia e ti ritrovi nella curva Biassono. Ne esci forte pensando che ora c'è la seconda variante ma mentre la affronti la testa è già alla prima e alla seconda curva di Lesmo.

La curva del Serraglio su una Ferrari stradale, invece, la fai a gas aperto e non riesci a capire come fanno quasi 600 cavalli scaricati a terra a non farti sollevare dal suolo. "E come farà mai Alonso a percorrere la variante Ascari in modo così pulito, su una vetturà da competizione, senza perdere la corda come sto facendo io porca miseria". La parabolica invece la conosci già. Sai bene quello che devi fare da prima che l'istruttore te lo ripetesse. Ma la sorpresa è dietro l'angolo, perché quello che non conosci è la forza frenante del capolavoro che hai sotto di te. La staccata della parabolica. Quella stessa che hai visto dagli spalti impegnare Shumacher in Formula 1 e far uscire di pista i professionisti del formula Porsche...
...Ma ora sulla Ferrari ci sei tu alla parabolica. Freni piano per non strattonare la macchina, ma la via di fuga e i muretti si avvicinano. Pensi di aver sbagliato. "Ora vado dritto e distruggo tutto". E invece...
...quando ti aggrappi ai freni della brembo la Ferrari ti salva. Avevi calcolato bene i tempi. Non lo sapevi ma lo avevi intuito. Te lo aveva detto la macchina che potevi aspettare. Esci dalla parabolica e ti lanci a 260kmh.

Te lo hanno spiegato i tecnici e ci devi credere perché su una Ferrari non senti alcuna vibrazione se non quella del tuo cuore. Questo è il circuito di Monza su un cavallino rampante.





Back to Top