Riscossa Napoli, Juve annullata
Gattuso le indovina tutte. La squadra di Sarri spenta e senza idee.
di Davide Martino
La sciagurata partita contro la Fiorentina è di una settimana orsono, eppure sembra passata un era calcistica. La settimana del rilancio azzurro è coincisa con il ritorno del pubblico e le vittorie prestigiose contro la terza e la prima forza del campionato. Merito in primis di chi ha "normalizzato" la gestione tecnico tattica di una squadra violentata dal credo calcistico ancelottiano capace di liquefare tre anni di dominio sarrista. Già proprio il comandante, meglio dire ex comandante dopo aver sposato le logiche del "palazzo", era di ritorno per la prima volta al San Paolo vestito a festa per l'occasione. La Juve esce sconfitta, ma soprattutto desta una supponenza e una sufficienza ben distante dal credo calcistico che il buon Maestro ha impresso nei cuori dei napoletani. Il presente è però fatto di un calabrese arcigno, come da indole meridionale, consapevole di giocarsi la più importante chance della sua carriera.
Il Napoli torna a fare il Napoli nella partita più importante e, dopo quattro sconfitte casalinghe consecutive, rianima una classifica preoccupante. Come si diceva, il buon Gattuso in primis riposiziona i giocatori nei loro ruoli, sfrutta al meglio le caratteristiche dei singoli partendo dall'ottimo acquisto di Demme che serviva come il pane al centrocampo napoletano. Lo scugnizzo tedesco è un metodista tosto fisicamente e capace di giocare in scioltezza e rapidità di prima o al massimo a due tocchi. Ne traggono giovamento Zielinski e Fabian che dovranno avere il compito di marcare la superiorità tecnica nel centro del campo rispetto ai rivali. Il Napoli punge poco e, come ampiamente detto, Gattuso dovrà meritare la conferma affinando la fase offensiva. Ma cresce di condizione e sfodera (finalmente) un sontuoso Insigne che abbandona le velleità del tiro a giro per più efficaci sortite di collo piede. Lorenzo piaccia o meno è l'oro di Napoli.