Perche' vedere Thor Love and Thunder

Quarto capitolo della saga sul dio del tuono. Cast stellare, film godibile che pero' non decolla

    di Armando De Sio

È il quarto capitolo della saga del Dio del tuono, il secondo diretto dall’estroso regista Taika Waititi. Dopo gli eventi di Endgame ritroviamo Thor con i Guardiani della Galassia. Pur vivendo tante avventure con questi ultimi, il figlio di Odino non riesce ad integrarsi, anche per i suoi innumerevoli disastri. Decide così di lasciare questo gruppo di supereroi e torna a Nuova Asgard, che ora si trova sul pianeta Terra. Anche perché una nuova minaccia incombe su tutte le divinità dell’Universo: Gorr, il macellatore degli dei. Qui in una battaglia ritrova la sua ex, la dottoressa Jane Foster, astrofisica, affetta da un male incurabile, che è arrivata a New Asgard richiamata da Mjolnir, il martello di Thor distrutto nel film precedente dalla sorella di quest’ultimo Hela, trasformandola nella Potente Thor. Riusciranno il Dio del tuono, la potente Thor, Valchiria (regina di New Asgard) e Korg a sconfiggere Gorr?

Il film di Waititi è in definitiva una storia di amore e su come quest’ultimo possa cambiare una persona. Il film può essere benissimo diviso in due parti. Una prima di introduzione e di sviluppo dei personaggi, che però come nel capitolo precedente della saga di Thor, si dimostra troppo macchiettistico e “caciarone”, così facendo toglie peso e spessore a battute e dialoghi. Nella seconda, il momento in cui la vicenda si risolve, questi episodi di comicità si affievoliscono ma rimangono sempre lì in agguato, pronti a spuntar fuori. Ottima la prestazione di Christian Bale, nel ruolo di Gorr, il cattivo della pellicola, forse uno dei migliori antagonisti del Marvel Cinematic Universe. Bale è riuscito ad entrare perfettamente nelle pieghe del personaggio, quasi ci viene da capirlo, da compartirlo. Davvero non ha nulla da invidiare alla controparte fumettistica. Altro plauso, va a Natalie Portman, che ritorna al personaggio di Jane Foster dopo un’assenza lunga 9 anni. Il male incurabile ha irrimediabilmente rotto qualcosa nella vita dell’astrofisica. Grazie al potere di Mjolnir e grazie alla trasformazione nella Potente Thor, Jane ritrova uno slancio, un progetto, ritrova di nuovo la voglia di combattere e tornare alla vita. Ma sarà l’incontro con un Thor alla ricerca di qualcuno che “lo faccia sentire da schifo”, che adempierà del tutto il suo destino d’eroe. Bene l’interpretazione di Russell Crowe nel ruolo di Zeus, un dio spocchioso e dispotico, incurante della catastrofe che sta per scatenarsi su tutti gli dei dell’Universo.

Due le postcredits del film, che sicuramente aprono spiragli per un quinto capitolo del Dio del tuono e del suo villain.  Combattimenti mozzafiato, colonna sonora incredibile, ed effetti speciali fantastici rendono comunque il film godibile, al di là, come si è detto in precedenza dell’uso esasperato di battutine e umorismo demenziale. Un film che, come già anche per Ragnarok, si pone a metà strada tra un gran film e un brutto film, insomma senza infamia e senza lode.





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