Conoscere e superare il muro del limite
La favola del Vulnus e il segreto dell'Amore: quei segni da decifrare
di Gianluca J.L. Giadima
Un giorno passeggiavo sereno e d'improvviso ci inciampai dentro. Era un'altra volta lei, la solita domanda, che dopo aver subito molteplici metamorphosi, di nuovo faceva capolino nella mia anima frastagliata. Logorato dal tempo e dalle esperienze, di nuovo ero faccia a faccia con Lei, che come sempre in realtà cela un Lui, o meglio un senza genere, che è il mio limite. Beffarda e sinuosa se ne stava lì, nascosta in una nuova forma, riparata in un antro inatteso, ma sempre la sarcastica Lei, pronta al temibile sgambetto, che molte volte già mi aveva spinto all'angolo estremo. Dove è l'Amore, mi domandò questa volta? Cosa vuoi che ne sappia io, risposi rapido al rebus interrogativo. Accelerando il passo cercai di sganciarla, quella maschera marcia, per non farmi raggiungere. Burbero, giratomi le urlai, prova a domandare a qualcun altro, no?! Ma aveva già cambiato forma, si era trasformata nella mia ombra, che adesso cresceva, sovrastandomi, fino al punto di superarmi con un arco, che ingoiava lentamente la mia fuga scomposta.
Or ora mi trovai dentro il LIMITE. Un limbo, il cui balenoso finire era l'arco, e adesso stavo al confine di me stesso. Un limite per l'appunto. Quella linea che è un muro invisibile, che quando ci sbatti contro fa male, e non puoi far finta che sia niente. Una resa dei conti che non c'è modo di rimandare, che puoi pensare sia con qualcun altro, con un Lui o con una Lei, ma che invece è propriamente tua, allo specchio con il tuo Vulnus. L'immagine antica della vulnerabilità profonda, che alberga in te ed ha radici lontane. E lì hai solo due vie, superare il confine o tornare indietro. Ma se fuggi ti condannerai al labirinto della ripetizione, che come sappiamo è un girone.
Certo, il limite è subdolo, perché non capiamo dove si trova, quando arriva e con che maschera si presenta. A volte viene da destra, altre da sinistra. Di tanto in tanto è sopra, altre volte è sotto. Sappiate comunque, che il limite è dentro di voi. Lo incontri nelle cose piccole o in quelle grandi, nelle multe, nell'affitto da pagare, nelle discussioni che feriscono, nell'amore, nel bene e nel male, in un bicchiere o in una sigaretta. Tutti ci giungono prima o poi, ed a volte anche ripetutamente in visita turistica, per poi tornare ai propri nidi. È quello il nodo di un'esistenza. È lì che gli uomini comuni hanno la possibilità di diventare uguali agli eroi mitologici, che spesso anche loro sono nati normali. La scelta è semplice, la possibilità è duplice. Tornar ad essere bruti, affogati nei vizi, o immergersi a capo fitto nel viaggio della conoscenza, che muove sui binari delle virtù? L'amore del potere o il potere dell'amore? Certo, oltre il confine vi troverete nella terra dell'ignoto. Una terra capace di uccide l'io come lo conoscevate prima. Un campo oltre il limite consentito dalle vostre personali colonne d'Ercole. Un viaggio che vi porterà allo stadio dell'Indiamento, per qualche frammento di eternità, per dirla con Dante. Quello stato di coscienza in cui, per un attimo, vediamo tutto e ne capiamo il senso, simili al nostro creatore.
La scoperta più grande?! Vi accorgerete che l’oscurità che vive in noi, il limite per l'appunto, in realtà altro non è che un’ombra. E che l'ombra non è il buio, perché nasce come proiezione di una luce, che nel suo viaggio in fascio, incontra un ostacolo. Girateci intorno, superate quel limite e guardatelo ora da un nuovo angolo visuale. Amate, sognate, vivete e soffrite. Tutto ha un senso! E quando arriverete al prossimo metamorphico limite, popolato dalle ombre della paura, ricordatevi di superarlo nuovamente, affrontandolo. Il viaggio, attraverso l'imboscata dei limiti, è colmo di segni. Decifrarli è il segreto dell'amore primario, quello verso se stessi. Comprenderne il senso, è il punto di partenza di ogni evoluzione. Rispondere ai rebus che la vita vi mette avanti, è il vero dovere. La verità di un cuore aperto, che è Amore, vi condurrà come una barca in porto, anche di fronte al mare in piena. Infondo ad ogni tempesta c'è sempre il sereno. Mentre il sonno della verità – di quella che alberga nelle ragioni del cuore – genera mostruosi Vulnus, che ad ogni età ci fanno soffrire e urlare come bambini in fasce.