Lo slang dei ragazzi
Somiglianze tra linguaggio pubblicitario e giovanile
di Silvio Fabris
Sul piano linguistico i due linguaggi presentano molte somiglianze:
1) Il ricorso a esotismi, che godono di un certo prestigio sia fra i giovani sia nei messaggi pubblicitari. Si pensi a espressioni come quella di qualche anno fa dello spot "Maxi Bon Motta" (two is meglio che one), entrata nel modo di parlare giovanile. Anche i giovani fanno un largo uso di esotismi (arrapescion, fly down, ecc.).
2) L'uso di superlativi (super–, mega–, ultra–, extra–, arci–, –issimo). Ad esempio l'uso di mega è molto frequente in entrambi i linguaggi. I giovani usano spesso termini quali "megagalattico". Anche in pubblicità troviamo l'uso di questo affisso (mega Big Babol).
3) L'uso di figure retoriche quali la metafora e l'iperbole. In pubblicità la metafora è molto ricorrente. I giovani, d'altra parte per crearsi un lessico che si differenzi da quello della lingua comune, fanno un largo uso di metafore . Altra figura retorica usata prevalentemente in entrambi i linguaggi è l'iperbole. Si pensi alla vecchia pubblicità dell'aranciata "S. Pellegrino", una aranciata esagerata (Giacomelli 1988);
4) L'uso di sigle e di slogan. I ragazzi utilizzano spesso slogan e sigle quali TVB: "ti voglio bene".
Sia il linguaggio pubblicitario che quello usato dai giovani si caratterizzano, inoltre, per una estrema semplicità usando i diversi espedienti linguistici con la massima disinvoltura e libertà.
Arcaiche, parolette degli anni '80, come sfitinzia o cuccare, sono ormai fuori moda ed oggi quelle che "vanno" di più sono: mi piglia bene (mi piace), mi ingrifi 'na cifra (mi piaci molto), seico (sei coglione). Anche per quel che riguarda la lingua della pubblicità i termini usati nei messaggi hanno vita assai breve e devono lasciare il posto ad altre innovazioni.