L'umano e il bestiale

Fino al 30 novembre alla Fiorillo Arte di Napoli la personale di Giorgia Di Lorenzo

    di Redazione

Ci sono “bestie” e “umani”. Presenze invisibili dell’aldilà e dell’inconscio. Personaggi e animali a volte goffi o anche solo abbozzati, pieni a volte di denti aguzzi e colori vivaci. L'armonia intervalla le dissonanze, gioia e tragedia di chi sa che nella vita bisogna sempre convivere con pensieri contrastanti. È stata inaugurata da qualche giorno, presso la Fiorillo Arte (Riviera di Chiaia 23, Napoli), la mostra dal titolo “L’Umano e il Bestiale”, personale dell'artista Giorgia Di Lorenzo. Visitabile fino al 30 novembre, le circa 15 opere in esposizione riescono con la loro carica cromatica ad aprire delle vere e proprie “finestre” sull’inconscio con stile inedito e personale, tensione tra reale ed onirico, tentando di portare in superficie la verità delle fragilità umane.

 l’artista, sembra voler racchiudere nel proprio fare arte, nella propria creatività, tutte le tensioni che investono le diverse attività artistiche e non, che fanno parte del suo bagaglio personale: dalla pittura al disegno, alla grafica, alla poesia e pittura. "Le mie opere - spiega - sono immagini interiori, il riflesso del mio vissuto, dei numerosi viaggi e degli incontri, tradotti in simboli e colori. Non mi interessa tanto l’uso realistico del colore, ma il suo significato simbolico".

Il percorso inizia con una possibile gestazione attraverso l’attraversamento di una porta: “varcare una soglia” come inizio di una nuova dimensione, cambiamento che rappresenta rinascita. Il progetto di Di Lorenzo, che si compone di lavori realizzati ad olio su tela e tecniche miste, ricchi di fattura pittorica  a volte tridimensionali con l’uso del gesso che ne aumenta lo spessore, si interroga su quanto di umano ci sia nell’animale e viceversa ossia quanto di bestiale si trovi nell’essere umano mettendo a confronto due “status” considerati da sempre su livello diverso. L’artista affida soprattutto al colore il compito di trasmettere emozioni e verità.  

A volte imprime scritte, materiali, oggetti e segni che diventano tutti parte di una “narrazione” che cerca in chi osserva non la complicità di chi è pronto ad assecondare, ma lo spirito di chi è disposto a lottare e a scoprire. Ecco che il suo ”bestiario fantastico” con un linguaggio incisivo, inquietante e paradossale, e quasi a volte violento, ma dolce al tempo stesso, riuscirà a far transitare il visitatore liberamente nello sterminato territorio dell’immaginazione.

“Di presenza umana e animale - continua l’artista - ne parla la poetessa Chandra Livia Candiani, da cui partono alcune riflessioni che trovano spazio nel percorso: bisogna mostrarsi a sé , alle persone care e al mondo, bisogna raccogliere tutte le briciole, tutti i pezzi e metterli in una coppa e sussurrare con un gesto di preghiera ed offerta questo è. Più si nasconde, si fugge e si mistifica il dolore più agiremo bestialmente scomposti e contro legge, una legge umana che invece chiede di accogliere la vita in tutti i suoi aspetti ed esercitarsi nel restare come resta un animale in un campo e una bestia ferita sul selciato”. Il percorso di immagini si completa con un’installazione composta da una proiezione video visibile attraverso una porta su una sagoma umana nello spazio esterno della galleria.

 





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