LIBRI Terromnia

Un percorso anomalo: Nord-Sud

    di Mariangela Ranieri

Analizzando lo spostamento del capitale umano italiano, sembra quasi che l’infrastruttura viaria sia stata progettata con un’univoca direzione: il Nord, che attira, con le sue funzioni, le speranze del Sud. Gerardo Magliacano, docente di storia e letteratura, nel libro Terro(m)nia-Ritorno alla mia Terra (Iuppiter Edizioni, pp.204) compie il percorso al contrario, facendosi, invece, attirare dalle proprie radici.

La più che centenaria “Questione Meridionale” è qui presa in esame dal punto di vista di un docente, o per meglio definirlo, di un italiano, nel quale ognuno può rispecchiarsi. Egli, infatti, in un viaggio che anche questa volta si pone come metafora di vita, s’imbatte in ricordi ed oggetti della sua infanzia (la mela annurca, l’aglianico, un’Alfasud targata SA, un album Panini dell’ottantasette, i libri di Silone, il vinile “Terra mia” di Pino Daniele) guardandoli, con la giusta maturità, attraverso la lente del critico, sottomesso inoltre alla “legge” dell’amor patriae che traspare da ogni parola del testo. Come ogni viaggio, anche questo, ha la sua meta: un movimento politico al fine di livellare lo squilibrio che caratterizza l’Italia, e la stessa Europa, vista come “una sorta di dis-equazione, dipendente da molte variabili e incognite il cui dominio è nella mani del nord”. L’autore, inoltre, compie una battaglia contro il pregiudizio, ancor prima di difendere la “colonia” che oramai sembra rappresentare il Sud, difende i valori e la società che li sorregge.

Il libro rappresenta un invito alla rivoluzione, questa volta intesa non come fonte di progresso, ma come ritorno alle origini. Gli italiani del Sud sono diventati “Meridionali”, in parte per il troppo rumore causato dal Nord, in parte per il loro stesso silenzio, “il silenzio sul linguaggio della violenza, prima ancora che sulla violenza”. Vedere la Storia, accantonata in ogni angolo di questa terra, surclassata da immondizia, e gettata via come tale; dimenticata e sostituita dal presente, indegno e irrispettoso nei confronti di quel che fu il Regno di Napoli, è per Magliacano e per ogni “terrone, qui inteso come colui che è la terra che abita”, punto di partenza, perché il futuro deve reggersi su queste stesse pietre, e una rivoluzione è più che dovuta.





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