Antibiotici e probiotici

Quando e come usarli contro virus e infezioni

    di Salvatore Del Prete

Dobbiamo partire da un concetto molto semplice, ogni batterio o virus crea un legame con il suo ospite, questo legame può essere a discapito dell’ospite e quindi patologico oppure di collaborazione e quindi simbiotico.

La medicina in passato ha sempre puntato alla distruzione del patogeno fabbricando sistemi farmacologici sempre più aggressivi; ma l’uso smodato dei farmaci antibiotici ha portato allo sviluppo di ceppi batterici sempre più resistenti, che hanno fatto ridurre l’azione degli antibiotici rendendoli inefficaci.

Dando brevi cenni sulla natura umana possiamo dire che l’uomo presenta una serie di ceppi batterici che nei primi mesi di vita colonizzano il tratto gastroenterico. Questi ceppi, tra cui ricordiamo l’E.coli, la salmonella, il lactobacillus, etc. essendo molti e vari compensano la loro azione mantenendo un rapporto di collaborazione tra le varie specie batteriche e con l’ospite. “E’ come dire che 20 popoli diversi devono coabitare nello stesso pezzo di terra e che intelligentemente scelgono di collaborare invece che farsi la guerra l’un l’altro”. Quando un patogeno esterno è introdotto in questo delicato meccanismo, e riesce a primeggiare sulle popolazioni batteriche coloniche del tratto gastroenterico, distrugge e divora il tessuto come una cavalletta fa con i campi di grano appena coltivati.

L’uomo quindi con l’azione degli antibiotici stermina il patogeno, ma anche la flora batterica in situ creando la possibilità per altri patogeni di instaurarsi e infettare l’ospite. Il probiotico in associazione all’azione antibiotica rafforza l’azione dei batteri commensali, permettendo alla flora batterica di contrastare agevolmente il patogeno.

Quindi la medicina odierna si sta spostando sulla creazione di farmaci e integratori che vanno a supporto dell’instaurarsi del rapporto simbiotico tra batterio e uomo. Da questo concetto nascono i probiotici ossia una determinata classe di integratori che supportano la flora intestinale potenziandone l’azione e aumentando la risposta immunitaria sistemica.

Quindi cosa è meglio fare? Sono meglio gli antibiotici, i probiotici o l’associazione di entrambe le categorie? I sistemi naturali e gli integratori quanto effettivamente intervengono sulla risoluzione di infezioni batteriche o virali? Diciamo che il vechio adagio “in medio stat virtus” è utile nell’affrontare qualsiasi patologia infettiva, data l’eccezionale capacità adattativa e mutagena che i batteri e maggiormente i virus hanno.

Ogni patologia deve essere affrontata ovviamente con i giusti presidi farmacologici e nessun integratore può sostituirsi a questi; ma rafforzare l’organismo e potenziarlo rende l’azione dei batteri alquanto blanda se non inefficace. Perciò un organismo forte ed immunoresponsivo reagirà meglio ad un processo infettivo di uno debole ed immunocompromesso questo è ovvio, come è ovvio che un’azione combinata di probiotici e antibiotici è migliore dell’azione singola di uno dei due.

In conclusione possiamo dire che anche nell’uomo ricorre l’adagio come in natura che: “l’unione fa la forza!”





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