Renato Guttuso, sud e passione

Fino al 12 gennaio la Galleria Andrea Ingenito ospita la mostra dell'artista novecentesco

    di Vincenzo Maio

Presso la “Galleria Andrea Ingenito/arte contemporanea”, a Napoli, si concluderà il 12 gennaio la mostra “Renato Guttuso, Sud e Passione”. L’importante evento rientra tra gli appuntamenti della galleria partenopea, che ogni anno in prossimità delle festività natalizie accende i riflettori su un grande artista del Novecento.

A tal proposito, il gallerista Andrea Ingenito ha dichiarato: «Come consuetudine, dedico una rassegna all’anno alla celebrazione di un grande nome della storia dell’arte contemporanea; così dopo Giosetta Fioroni, Hans Hartung, Mario Schifano e Andy Warhol – solo per citarne alcuni – la scelta stavolta è ricaduta sul maestro dell’arte sociale per eccellenza: Renato Guttuso. Tra l’altro mi risulta che non abbia mai esposto in una galleria napoletana prima di oggi, nonostante la sua lunga e brillante carriera».

Il pittore – nato a Bagheria nel 1911 e deceduto a Roma nel 1987 – fu un uomo attivo su più fronti, da quello artistico a quello politico. Questi aspetti della sua vita camminarono sempre di pari passo, e furono una costante durante tutto il suo percorso; le influenze tecniche e stilistiche, al contrario, furono diverse: dai riferimenti a Picasso e Courbet degli albori giovanili fino alle opere d’età matura dove il colore si fa più pieno e vibrante alla maniera di Van Gogh (Finestra con tenda rossa – 1960, nella foto).

Per l’occasione sono state selezionate circa venti opere – molte delle quali provenienti dall’archivio dell’artista – che riassumono il suo iter dagli anni ’30 (Bosco silano con mucca – 1936 ) alla fine degli anni ’80 (Medusa – 1985 ); sono esposte inoltre, sia oli che chine dove il maestro dà prova delle sue capacità grafiche. La varietà tematica è altrettanto ricca: sono in mostra non solo lavori del Guttuso politicamente impegnato, ma anche affascinanti ritratti femminili (come Volto di donna), nudi e paesaggi (Muraglia cinese), e finanche citazioni letterarie con un esemplare della serie dantesca.

Perché come lui stesso afferma: «Un’opera d’ arte è sempre la somma dei piaceri e dei dolori dell’uomo che l’ha creata. Intendo dire che non è necessario per un pittore essere di un partito o d’un altro, o fare una guerra, o fare una rivoluzione, ma è necessario che egli agisca, nel dipingere, come agisce chi fa una guerra o una rivoluzione».





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