Perche' rivedere 'Scusa se esisto'
Il senso del lavoro e dei sacrifici nella commedia con il duo Cortellesi-Bova
di Eugenia De Luca
Si sa, d’estate la programmazione televisiva è piuttosto scarna, e le principali emittenti televisive propongono nel loro palinsesto film degli ultimi anni. È capitato anche qualche sera fa, ed in quel caso Rai Uno ha proposto un successo datato 2014: “Scusate se esisto!”, per la regia di Riccardo Milani prodotto da Fulvio e Federica Lucisano in collaborazione con Rai Cinema distribuito da 01 Distribution con Paola Cortellesi e Raoul Bova.
Per chi non conoscesse la trama, Sabrina Bruno (Paola Cortellesi) è una giovane architetto che terminati i suoi studi in modo brillante, colleziona una serie di esperienze lavorative importanti, sebbene tutte lontane dal suo paese, l’Italia. Arriva il giorno però in cui il richiamo verso la terra d’origine si fa forte, così Serena torna e cercando di mettere a frutto tutto il tesoro esperienziale raccolto negli anni.
Beh, il rientro non sarà dei migliori in quanto questa dovrà fare i conti con una serie di problematiche: non trovare un luogo di lavoro consono, e soprattutto, retribuito commisuratamente alla propria esperienza. Serena sarà costretta a doversi accontentare, e pur di sbarcare il lunario accetterà diverse proposte di lavoro; sarà proprio in una di queste occasioni, che conoscerà Francesco (Raoul Bova) proprietario del ristorante che l’assumerà come cameriera e con il quale, successivamente, instaurerà un intenso rapporto di amicizia. È un film allegro e divertente che affronta una tematica importante che non viene ridotta alla difficoltà di lavorare, ma di cosa si sia disposti a fare pur di tenersi stretto un sudatissimo posto di lavoro.
Casca a pennello questo film in questo preciso momento storico, nel quale l’intero paese sta facendo i conti con un problema serio come quello dell’occupazione. Ad aprile 2022, il tasso di occupazione è superiore a quello di aprile 2021 del 3,0%, ma se questo ottimo dato fa ben sperare, va analizzato assieme ad un altro dato, ovvero: la scarsa disponibilità di quelli definiti lavoratori stagionali. Attività turistiche (stabilimenti balneari), servizi di ristorazione e addetti alle consegne più semplicemente. Molte le polemiche nate a tal riguardo che hanno trovato nel reddito di cittadinanza il capo espiatorio: tanti infatti sono i giovani che rifiutano un’occupazione preferendo il percepimento di questo.