Un ricordo rovinato

Sbaglia il filmino: fotografo deve risarcire

    di Adelaide Caravaglios

Ci sono delle esperienze, nella vita di ciascuno di noi, delle quali vorremmo avere il ricordo di ogni attimo: il matrimonio, il battesimo, la prima comunione, la laurea… Tutti avvenimenti, cioè, cui siamo particolarmente affezionati perché importanti e significativi. Si tratta di eventi dove il fotografo, “l’artigiano della fotografia”, la fa quasi “da padrone”: lo si vede spostarsi, alle volte anche silenziosamente, in ogni punto della location scelta, per riprendere le espressioni, le risate, i visi, gli atteggiamenti di ogni invitato, oltre, naturalmente, al/ai protagonista/-i della cerimonia.

Cosa accadrebbe se non lo facesse? Un simile caso si è verificato proprio in provincia di Napoli, dove un fotografo, incaricato per una cerimonia di prima comunione, nel controllare e montare il filmino, si rende conto di non aver inquadrato e ripreso il momento clou della cerimonia, cioè quello nel quale la giovane si appresta a ricevere per la prima volta l’Eucaristia.

Profondamente addolorati, i genitori si rivolgono al giudice di Pace del tribunale campano (sentenza n. 9524) ed ottengono ragione, vedendosi liquidare il cd. “danno da mancato ricordo” o “da ricordo rovinato”, quale danno esistenziale, non patrimoniale,  e ciò perché, si legge nella sentenza, si erano visti “calpestare ingiustamente” il proprio diritto, con ripercussioni anche gravi sulla loro vita di relazione.

A nulla sono valse le scuse del pasticcione, peraltro indicato dalla stessa parrocchia, il quale, per discolparsi, aveva addossato tutta la responsabilità ai “rigidi paletti imposti” per evitare che venissero disturbate le funzioni: aveva sbagliato obiettivo!





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