Chi la dura la vince
Cittadino vs. pubblico ufficiale: 1 a 0
di Adelaide Caravaglios
Sicuramente non spessissimo, ma qualche volta, ci sarà capitato di grattarci l’orecchio, incolonnati nel traffico: mai a pensare che un simile gesto, nella sua semplicità, potrebbe essere interpretato come fonte di responsabilità per “guida pericolosa”. Eppure è proprio quello che è successo ad un 35enne di Bari, il quale, uscito dalla città per imboccare una statale, è stato fermato da una pattuglia di vigili urbani che gli ha contestato la sanzione per “aver disimpegnato la mano sinistra dal volante per portarla all’orecchio sinistro”. Per fortuna, il malcapitato non si è arreso ed è andato dinanzi al giudice di Pace del capoluogo pugliese, il quale gli ha dato ragione: “toccarsi l’orecchio con la mano durante la guida – spiega il magistrato – non costituisce affatto privazione della “libertà di movimento”, utile a porre in essere le manovre necessarie per la guida. La libertà di movimento può considerarsi compromessa solo allorquando durante la guida il conducente utilizzi le mani in maniera tale da non poter immediatamente ricondurle sul volante, come a esempio, imbracciare oggetti voluminosi o abbracciare una persona che è seduta accanto”.
Ha, quindi, condannato il Comune per l’operato dei due agenti accertatori, dal momento che – come si legge nella sentenza – la loro attività “oltre che essere illegittima, rasenta la molestia nei confronti dell’utente della strada che è stato temporaneamente privato della sua libertà costretto ad accostare per sentirsi contestare una violazione al codice della strada sostanzialmente e giuridicamente inesistente, non sussistendo alcun referente normativo che possa prevederla e disciplinarla”. Non oso immaginare cosa sarebbe successo per uno starnuto.