Festa col botto

Un'insegnante colpita dal tappo dello spumante

    di Adelaide Caravaglios

La maturità: non solo un esame, ma anche un momento importante nella vita di ognuno, una fase di passaggio tra la spensieratezza della scuola ed il più impegnativo ‘mondo degli adulti’, fatto di lavoro e studio all’università. Un momento da festeggiare, dunque, proprio come hanno fatto gli alunni di un liceo classico che, per celebrare l’appropinquarsi della fatidica prova, hanno pensato bene di stappare, durante l’orario di lezione, una bottiglia di spumante. Caso vuole che il tappo della bottiglia sia andato a colpire proprio l’occhio dell’insegnante presente in aula la quale, ferita, ha chiamato in causa l’istituto per chiedere il risarcimento del danno, ritenendo che l’introduzione nella scuola di bevande alcoliche, prima dell’ingresso della docente, in quanto incidente sul fattore rischio in ragione dell’alterazione che le sostanze alcoliche potevano indurre, palesava la responsabilità della stessa scuola che aveva consentito che i ragazzi non fossero nel pieno della lucidità, autorizzando l’ingresso e l’utilizzo di alcol.

Di diverso avviso, però, sono stati i giudici della sezione lavoro della Corte di Cassazione, a parere dei quali (sentenza n. 749/2018) non poteva dirsi sussistente una responsabilità datoriale (che sarebbe ricorsa qualora, a causa di comportamenti specifici e anomali, si fosse verificato un aggravamento del tasso di rischio e pericolosità collegato alla natura dell’attività lavorativa svolta): il non proibire l’iniziativa − spiegano infatti sul punto −, la partecipazione di ragazzi maggiorenni o comunque prossimi alla maturità (dunque in età adolescenziale avanzata) e il carattere usuale della stessa non consentivano di ravvisare un aggravamento del rischio professionale. Né poteva dirsi – continuano – che l’uso di alcolici fosse stato consentito e che la condotta abnorme e imprevedibile dell’alunno responsabile del ferimento (perché avvicinatosi a breve distanza dall’insegnante, con in mano la bottiglia) fosse stata, in qualche modo determinata da sue condizioni di alterazione per intossicazione alcolica: insomma, mancava la “serie causale prevedibile e adeguata” che poteva in qualche modo giustificare la richiesta di risarcimento del danno.

Niente da fare, allora, per l’insegnante, che si è dovuta arrendere all’hip hip hurrà!





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