Generazione Z, lavoro si', ma stress no

Sui social boom degli hashtag legati alla salute mentale degli occupati

    di Eugenia De Luca

#Quitmyjob #Quittok #Burnout. No, non sono drink o pietanze; parliamo degli #hastag del momento. Ma cos’hanno in comune questi termini? Si sa, la crisi post pandemica, quella economica, ma soprattutto, quella sociale, ha aperto un ampio scenario di riflessione sull’importanza della salute mentale; molti, infatti, anche gli influencer che continuano a sensibilizzare il loro pubblico ponendo l’accento su una tematica estremamente attuale. È la salute mentale il perno attorno al quale tutti i termini sopra citati girano intorno. Una recente stima italiana parla di un aumento del 22% di dimissioni volontarie sul posto di lavoro avvenute nel solo 2022 rispetto al precedente anno. Come mai ciò?Una prima risposta è facile da rintracciare in quella che è la sindrome da “burn-out”: si parla di sindrome da “burn-out” quando in riscontro ad una situazione professionale percepita come logorante, il proprio benessere psicofisico vacilla.

In questo caso l’individuo non dispone più di risorse e strategie comportamentali cognitive adeguate a fronteggiare questa sensazione di esaurimento.  In tendenza, e a conferma di ciò, nelle ultime settimane svariati video, pubblicati principalmente su TikTok, migliaia di utenti hanno voluto condividere con seguaci, e non, il momento clou della scelta nel non voler più proseguire il rapporto di lavoro, a favore quindi di una vita serena a trecentosessanta gradi. Se quindi prima il vero problema era avere un lavoro, ora la medaglia è stata completamente rovesciata.

È indubbiamente la “generazione Z” (i nati dal 1995-2010 in poi, detti anche “Centennials” perché nati a cavallo del nuovo secolo) che cerca maggiormente di sensibilizzare e diffondere un messaggio importante come l’equilibrio tra vita personale e professionale. Una generazione che desidera un mondo in cui non ci si meraviglierà più se i datori di lavoro assumeranno a tempo indeterminato giovani mamme o mostreranno reale comprensione per le fragilità dei dipendenti.





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