Vedrai vedrai...

Per i giudici anche questo tipo di minaccia è reato

    di Adelaide Caravaglios

Chi non ricorda questa bellissima canzone di Luigi Tenco che spopolò negli anni ’60: una melodia dolce e nello stesso tempo amara, che narra l’insofferenza di un uomo che non riesce a dare alle persone care ciò che meriterebbero. A parte il riferimento musicale, vedrai è un verbo comunissimo che può essere utilizzato come modo di dire per riferirsi a qualcosa che deve accadere; come intercalare o, ancora, come forma di minaccia (si sentono spesso espressioni del tipo “vedrai ora che ti succede” oppure “vedrai cosa ti combino”). Si tratta di atteggiamenti − questi ultimi − che potrebbero finire con il creare non pochi problemi a chi li pronuncia, soprattutto quando vengono accompagnati da altre affermazioni cariche di odio e rancore verso l’altro: è quanto accaduto ad un avvocato che si è visto minacciare da una cliente, con frasi del tipo “sei una sciacalla … ricordati che stai facendo la sciacalla con me… la tua vita sarà ridotta a sciacalla… stai facendo il tuo lavoro come un cane, anzi ora chiamo i Carabinieri… questo non me lo dovevi fare… non ti dovevi permettere, vedrai!”.

Sia in primo che secondo grado l’arrogante donna veniva assolta dalle accuse di minaccia (art. 612 c.p.); ben diverso è stato quanto deciso in Cassazione (sentenza n. 23592/2018), dove gli ermellini hanno dichiarato fondato il ricorso degli eredi del legale e troppo succinta la motivazione del giudice di merito, rimettendo la decisione al giudice del rinvio con la motivazione che “la minaccia espressa con le parole ‘vedrai’… non può ritenersi condizionata ad alcunché se non alla volontà stessa del soggetto che le ha pronunciate. L’assenza di una condizione non sminuisce certamente la valenza intimidatoria, che non è stata esaminata compiutamente dal giudice […] indicativa, per un verso, di ulteriori affermazioni e, sotto altro profilo, di un atteggiamento aggressivo, descritto con un fare minaccioso e collerico”.

Insomma: se così fai, ‘vedrai’ che nei guai finirai!





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