Attenti a Lupo Alberto

L'eroe di Silver festeggia il suo compleanno a Napoli

    di Livia Iannotta

Scanzonato, un tantino sfigato, eternamente impunito. Il lupo azzurro disegnato dalla matita di Guido Silvestri, in arte Silver, che ha fatto ridere generazioni di giovani (e non solo) con le sue espressioni esilaranti e i famosissimi occhi tagliati a metà, spegne 40 candeline. Una data importante, festeggiata con quindici mostre in giro per l’Italia, tra cui una napoletana, inaugurata il 13 marzo a Castel dell’Ovo. Tappa da non perdere, perché a legare Silver a Napoli non è soltanto l’omaggio grafico realizzato per l’occasione e autografato durante la preview con la stampa, in cui il lupacchiotto buffo si allontana dalla fattoria McKenzie, anfiteatro delle sue (dis)avventure, per evolversi in un Lupo Alberto “pazzariello”, in perfetto stile napoletano. Ma anche l’amore per la tradizione e il folklore partenopei. «Gran parte della mia ispirazione deriva dalle commedie di Eduardo De Filippo e dai film di Totò - confessa il disegnatore - Mi piace “Torna a Surriento” e mi piacerebbe anche cantarla». E infatti, indisciplinato ma bonaccione, altruista ma sfortunato, l’unico lupo azzurro della vignettistica sembra incarnare alla perfezione lo stereotipo del napoletano medio.

Fino all’11 maggio, sarà la sala delle Cortigiane di Castel dell’Ovo ad ospitare “Attenti al lupo”, la mostra a lui dedicata, curata da Ferruccio Giromini, in occasione della decima edizione del progetto “Girogirotondo, cambia il mondo”, organizzata dall’associazione Kolibrì e rivolto ai giovani della provincia. In esposizione oltre 50 pannelli, divisi in 33 sezioni che raccolgono quarant’anni di successi, comprese le numerose campagne sociali di cui il simpatico lupo si è reso protagonista. In più, quattro strisce originali degli esordi nel 1974 e dieci tavole degli anni Ottanta pubblicate sul mensile di Lupo Alberto.

Il lupo di Silver compie 40 anni, ma il suo non è l’unico compleanno. Dieci candeline in più per un'altra icona del fumetto: la “bambina terribile” dalla chioma indomabile e dal piglio ribelle. Un’enorme torta al centro della sala espositiva ricorda, infatti, anche i 50 anni di Mafalda, ideata dal disegnatore argentino Quino, già illustre ospite che inaugurò nel 2004 la prima edizione di "Girogirotondo, cambia il mondo”. Non solo. Il 13 marzo, coincide anche con il primo anno di pontificato di Francesco, il papa argentino che come meta della sua prima uscita pastorale scelse Lampedusa, l’isola dei migranti, non a caso oggetto di una terza sezione del percorso espositivo: “Libri senza parole: da Lampedusa al mondo e ritorno”, mostra di “silent books”, libri senza testo, provenienti da tutto il mondo (visibile a Napoli fino al 28 aprile), selezionati per un progetto di cooperazione internazionale dalla forte valenza sociale e culturale.

Alla mostra sono abbinati laboratori per bambini e ragazzi curati da Lina Cascella, Sofia de Capoa, Chiara Licenziati, Manuela Trimboli, da Amerigo Pinelli e da Luca Dalisi, autore della graphic novel “Ollip e il grande inceneritore” che affronta il tema della raccolta differenziata dei rifiuti, del riciclaggio e delle ecomafie nella Terra dei Fuochi.





Back to Top