Si può far uscire un disco nel giorno di San Valentino ed intitolarlo L'amore non è bello? Certo che si può, sopratutto se l'autore in questione è Dente. Vero nome Giuseppe Peveri alias Dente, nasce a Fidenza (PR) nel 1976, ed è uno dei nuovi volti del cantautorato italiano.

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MUSICA Tutto l'amore di Dente

Ironia ed amarezza nel terzo lavoro discografico del cantautore emiliano

    di Antonio Biancospino

Si può far uscire un disco nel giorno di San Valentino ed intitolarlo L'amore non è bello? Certo che si può, sopratutto se l'autore in questione è Dente. Vero nome Giuseppe Peveri alias Dente, nasce a Fidenza (PR) nel 1976, ed è uno dei nuovi volti del cantautorato italiano. Con L'amore non è bello, sua terza fatica, riesce ad arrivare al grande pubblico, grazie sopratutto alla massiccia presenza del suo primo singolo Vieni a vivere nelle radio, al passaggio del relativo video su Mtv ed alla scelta, da parte degli Afterhours, di inserire un suo brano nel loro disco Il paese è reale. L'amore non è bello è un disco indie pop, dai toni leggeri quanto bizzarri, tastierine vezzose e testi dal sapore decisamente agrodolce. Un disco che parla sopratutto d'amore, ma dal punto di vista del cantautore: quell'amore che lega, che acceca, che rende paranoici, ossessivi e maledettamente ripetitivi. Ironia e giochi di parole sono il punto di forza di questo terzo lavoro di Dente misti ad una piacevole freschezza musicale. Brani come Buon appetito, A me piace lei o la già citata Vieni a vivere, sono lo specchio di come si possa fare dell'ottima musica italiana senza cadere in stupiedi e mielosi motivetti per soli ragazzini. Più curato negli arrangiamenti dei precedenti lavori Anice in bocca e Non c'è due senza te, L'amore non è bello vede un Dente più maturo, decisamente più giocoso. Si passa dalla pacata bossanova di Incubo alla divertente Quel mazzolino, e la breve quanto pungente La più grande che ci sia. Nel corso delle 13 canzoni limpide come acqua fresca, Dente dimostra di sapersi destreggiare con abilità nella scrittura di canzoni dal facile impatto melodico e impreziosite da un ricco impianto strumentale, che lo vede impegnato al pianoforte oltre che alla chitarra, supportato dall'orchestrazione dei fiati a cura di Enrico Gabrielli e dall'aiuto dell'amico/collega Vasco Brondi (Le Luci Della Centrale Elettrica). Un disco apparentemente allegro che nasconde però una triste amarezza di fondo: l'amore non è sempre la miglior cosa che possa capitare ad uomo.





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