Lamento per il Sud

    di Maria Neve Iervolino

Oh, il Sud è stanco di trascinare morti 
in riva alle paludi di malaria, 
è stanco di solitudine, stanco di catene, 
è stanco nella sua bocca 
delle bestemmie di tutte le razze 
che hanno urlato morte con l'eco dei suoi pozzi
che hanno bevuto il sangue del suo cuore. 
Per questo i suoi fanciulli tornano sui monti,
costringono i cavalli sotto coltri di stelle, 
mangiano fiori d'acacia lungo le piste 
nuovamente rosse, ancora rosse, ancora rosse. 
Più nessuno mi porterà nel Sud. 

Il Sud continua inascoltato a trascinare i suoi morti, ma chi è l’assassino? Non è lontano, il suo nemico più grande è nel suo seno, è il silenzio, è l’omertà di chi dovrebbe proteggere i cittadini e invece gira la faccia dall’altra parte.

Mentre nel centro storico di Napoli, pittoresco e povero, si consuma il falò delle vanità, la periferia non bella, dell’abuso edilizio, della sopraffazione animale, continua a bruciare. In Via Sartania n° 20 nel quartiere Pianura, periferia occidentale di Napoli, da mesi giacciono in una zona di passaggio un gran numero di rifiuti, tra questi delle lastre di amianto. Le fibre di amianto sono estremamente volatili, e le inalazioni di queste possono avere effetti anche dopo venti o quaranta anni dall’esposizione. Gli effetti sono spesso di natura tumorale.

La prima denuncia nota è stata fatta da una residente del quartiere Pianura il 6 agosto del 2015, quando le lastre di amianto erano lì già da diversi mesi. La De.fi.am, ditta che aveva l’appalto del comune per lo smaltimento dei rifiuti, amianto compreso, ha rimandato continuamente la necessaria opera di bonifica, lamentando l’assenza di fondi. Poco dopo l’appalto è passato ad una nuova ditta l’Atr, uno dei soci, era già stato condannato per traffico illecito di rifiuti con l’aggravante del disastro ambientale: aveva veicolato un traffico di rifiuti dal Veneto alla città di Acerra. La vicenda è presto dimenticata, ignorata dalla quasi totalità delle testate regionali.

L’amianto è ancora al suo posto nell’indifferenza delle forze dell’ordine e dell’amministrazione cittadina, un’incuria che neanche la recente campagna elettorale è riuscita a smuovere.

Quando i primi cittadini del quartiere inizieranno ad ammalarsi, quando verranno fatte le prime manifestazioni per ricordare i morti, quali rappresentanti della città saranno in prima fila a battersi il petto?

Gli assassini.
 

E questa sera carica d'inverno 
è ancora nostra, e qui ripeto a te 
il mio assurdo contrappunto 
di dolcezze e di furori, 
un lamento d'amore senza amore.

(Salvatore Quasimodo)





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