LIBRI 500 Chicche di riso

Risate ai tempi dei social nel libro di Alessandro Pagani

    di Giordana Moltedo

Nell’era dei social le citazioni, gli aforismi e soprattutto la satira - associata ad immagini che poi diventano virali, i famosi meme - sembrano aver riacquistato  una certa vitalità. E proprio per coloro che utilizzano i social per “sfoderare” il loro umorismo, uno strumento utile per avventurarsi in battute non banali, è l’ultimo libro dell’umorista fiorentino Alessandro Pagani, 500 Chicche di riso, pubblicato da “96, Rue - de - La Fontaine Edizioni”, che con questo libro inaugura la collana “Just pour rire - Ironia e comicità” .

A guidarci in questa raffica di umorismo, resa ancora più peculiare dai tratti tipici della sferzante e pungente comicità toscana, è il fiorentino Cristiano Militello, volto storico del Tg satirico di Antonio Ricci “Striscia la notizia”, che cura la prefazione del libro. Come ribadito nella prefazione, secondo Militello il libro di Pagani “si mette nel solco dei Battezzaghi e dei Campanile, passando per Woody Allen (la numero 449 avrebbe potuto scriverla tranquillamente lui)”.  Volendo citare sempre la prefazione di  Militello, l’unico spoiler di questo libro riguarderà  la sottile e fulminante battuta di cui sopra, che si trova a pagina 85 «Mi dica uno dei monti italiani più alti.» - «Abetone.» - «Devo dire che non è proprio una cima...»”. E proprio sullo stile delle battute è interessante evidenziare quanto scritto da Militello. Secondo Militello, appellandosi anche a figure retoriche in grado di risvegliare le reminiscenze scolastiche dei lettori, le battute sono equiparabili ad “una valanga di freddure con predilezione per il calembour, anzi, ad essere precisi, per i metaplasmi, le metatàssi e metasemèmi”. I temi che Militello mette a fuoco nella prefazione si rivelano agli occhi del lettore, in modo più esaustivo, nella progressiva lettura delle battute, grazie anche alla struttura che Pagani ha deciso di adottare per questa ultima sua fatica letteraria. Pagani ha suddiviso il suo ultimo lavoro in quattro capitoli: la surrealtà, la realtà irreale, la cronaca sincronica e il Tg satirico. 

Il tutto è intervallato anche dalle illustrazioni di Massimiliano Zatini che richiamano, anche per stile, i disegni che accompagnano e si alternano ai giochi de “La settimana enigmistica”. Per quanto concerne l’ultimo capitolo denominato il “Tg satirico”, lo stesso evoca, per via dei  toni burleschi e beffardi,  le false notizie che a partire dal 1978 iniziarono a circolare nelle edicole con il settimanale “Il Male”,  con “Cuore” e  poi con il giornale satirico - nato non a caso proprio  in Toscana, nel cuor di Livorno - “Il Vernicoliere” . Tali influenze non sono il frutto della casualità, perche Pagani - oltre ad essere un batterista conosciuto negli ambienti della musica rock nostrana - è stato uno degli esponenti del Pat Pat Recorder, movimento che ha caratterizzato la scena fiorentina e italiana dell’underground  degli anni’80.





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