La mania del pulito

L'uso di disinfettanti nei luoghi pubblici

    di Adelaide Caravaglios

«Ogni troppo storpia», l’eccesso di ogni cosa fa male: lo sanno bene i nostri nonni e lo sa bene anche quell’uomo chiamato in giudizio per il reato di cui all’art. 674 c.p., per avere versato, in un luogo di pubblico transito, «in due distinte occasioni» (una, con il preciso scopo di «offendere e molestare i vicini di casa …»; l’altra, con il rischio di cagionare «difficoltà respiratorie»), una sostanza disinfettante dal forte odore acre, tipo creolina. In sede di ricorso (sentenza n. 798/2017), il ‘pulitone’ lamentava il fatto non soltanto che lo stesso Comune, a seguito delle numerose petizioni, aveva autorizzato l’uso di una simile sostanza; ma anche che, a fronte di una regolare autorizzazione amministrativa, si sarebbe dovuta realizzare una sorta di inversione dell’onere della prova e dimostrare che l’emissione aveva comunque superato «i parametri della normale tollerabilità», per cui finiva con il risultare irrilevante il disagio che un unico soggetto avesse subito, «per effetto di un’azione di per sé già lecita», rispetto all’intera collettività.

Di diverso avviso sono stati gli ermellini per i quali le conclusioni cui era giunto il tribunale in ordine alla illiceità dell’uso dello stesso disinfettante dovevano considerarsi corrette: il criterio da impiegare, infatti, doveva essere quello della “stretta” (e non della “normale”) tollerabilità. Nonostante ciò, tuttavia, sono stati costretti ad annullare senza rinvio la sentenza impugnata per intervenuta estinzione del reato e rinviare la decisione, quanto alle statuizioni civili, al giudice competente. Probabilmente la creolina, disinfettando in modo particolarmente accurato, deve aver cancellato anche il reato!





Back to Top