LIBRI Terromnia

Una chiacchierata sulla questione meridionale

    di Maria Neve Iervolino

Ciò che conta è migliorarsi, non essere né sentirsi migliori. Scrive Gerardo Magliacano nel suo Terro(m)nia, edito da Iupiter Edizioni. Ciò che uccide il Meridione è la negazione dei problemi che lo stringono ed anche la convinzione radicata che nulla potrà mai cambiare, che il popolo è inerme davanti ai meccanismi politici ed economici che lo serrano.

Quella del salernitano Magliacano, è un’opera che già dal primo capitolo si presenta come il racconto delle vicende che hanno condotto il narratore alla comprensione della "questione meridionale", e alla volontà di combattere un sistema che penalizza una parte della popolazione italiana.

Molto è stato scritto sulla questione meridionale, soprattutto dal punto di vista del meridione, capostipite di questo genere ritornato in auge dagli anni duemila è certamente Pino Aprile, ma si sono cimentati giornalisti e politici come Gigi Di Fiore e Marco Esposito. Nelle librerie campane ci sono sezioni apposite dedicate a questo genere d’inchiesta e denuncia. Ma il libro di Magliacano non è un’inchiesta, anche se il protagonista parla in questi termini del proprio lavoro alla moglie, ma un viaggio di formazione di identità del protagonista, un filosofo giovane e idealista che attraverso gesti concreti, come l’acquisto di prodotti di aziende con sede legale in regioni del sud Italia, vuole raggiungere l’utopia di una società senza disuguaglianze tra potere centrale e colonia. Un libro leggero ma impegnato, semplice ma ricco di riferimenti dotti all’economia e alla letteratura, in linea con i temi della precedente letteratura sudista ma unico per la presentazione dei contenuti.

Utopia è la parola d’ordine, ma un’utopia atipica, diversa da quella per antonomasia, astratta e religiosa che conosciamo; nella società contemporanea dell’autore il cittadino può costruire un mondo di giustizia sociale attraverso il vivere civile e potere economico di cui dispone.

Ma con l’acquisto consapevole, quasi un commercio equo-solidale per il sud Italia che parte dalle auto Alfasud fin ad arrivare alla macchinetta del caffè, il protagonista riesce nella sua piccola impresa di riscatto sociale? Al lettore la sentenza, e chissà che il racconto non spinga altri in questa lotta attiva e non violenta al monopolio economico del nord. 





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