Se la scopa diventa arma

La sentenza della Cassazione

    di Adelaide Caravaglios

Anche la scopa – o, meglio, il suo manico – può essere un’arma impropria: lo ha stabilito la Cassazione nella sentenza n. 54148/2016, intervenendo sul caso di un uomo che aveva letteralmente preso a bastonate un conoscente con il manico della scopa. A seguito di ciò, il povero malcapitato aveva riportato lesioni personali guaribili in sette giorni, mentre l’aggressore, scagionato inizialmente dal giudice di pace, veniva richiamato in causa dal procuratore generale, il quale contestava l’erronea dichiarazione da parte dello stesso giudice di pace di estinzione del reato di lesioni volontarie per intervenuta remissione di querela, evidenziando come il reato contestato non fosse procedibile a querela della persona offesa ma d’ufficio.

Dello stesso parere sono stati gli ermellini, i quali hanno ricordato che “in tema di lesioni personali volontarie, ricorre la circostanza aggravante del fatto commesso con armi quando il soggetto agente utilizzi un manico di scopa od un ombrello, trattandosi di armi improprie, ai sensi dell’art. 4, comma secondo, legge n. 110 del 1975, per il quale rientra in questa categoria, oltre agli strumenti da punta e taglio e gli altri oggetti specificamente indicati, anche qualsiasi strumento che, nelle circostanze di tempo e luogo in cui sia portato, sia potenzialmente utilizzabile per l’offesa alla persona”.

Insomma, alla fine anche l’aggressore è stato “colpito” dalla giustizia!





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