Napoli capitale, mostra a Capodimonte

Fino al 21 giugno esposizione curata da Sylvain Bellenger

    di Flora Fiume

La storia di Napoli capitale del Regno dal Settecento in poi è in mostra al Museo di Capodimonte già dal 21 settembre e fino al 21 giugno. "Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica" è una esposizione curata da Sylvain Bellenger, promossa dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, di cui egli stesso è il direttore, in collaborazione con il Teatro San Carlo di Napoli, con la produzione e organizzazione della casa editrice Electa. L’allestimento è dedicato ad un periodo di fasto della nostra città, da Carlo di Borbone a Ferdinando II. L’accurata raffinatezza di quegli anni, il potere, il mutare delle mode e dei gusti estetici sono gli elementi che balzeranno agli occhi dei visitatori, ma anche alle orecchie. In ciascuna delle 18 sale dell’Appartamento Reale, si potranno infatti ascoltare, grazie all’uso di cuffie dinamiche, le musiche attentamente selezionate e suddivise in base al tema artistico prescelto per i vari ambienti. Giovanni Pergolesi, Domenico Cimarosa, Giovanni Pacini, Giovanni Paisiello, Leonardo Leo, Niccolo Jommelli. Sono gli artisti che faranno da sottofondo musicale alla scenografia della mostra, opera dall’artista Hubert le Gall. Il percorso espositivo si apre con una sala dedicata alla musica sacra e a Napoli capitale della musica: qui si possono ammirare strumenti musicali che provengono dal Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, come i pianoforti che sono appartenuti a Paisiello, Cimarosa e l’arpetta Stradivari. Nella stessa sala sono messi a confronto con due tele, una di Gaspare Traversi, e l’altra di Louise Nicolas Lemasle, datato 1816, che raffigura le Nozze della Principessa Maria Carolina di Borbone con il Duca di Berry, dove è possibile riconoscere proprio lo stesso Paisiello insieme a Paganini. Con un’attenzione particolare ci si sofferma su uno dei più importanti eventi culturali del Settecento: le scoperte archeologiche di Ercolano (1738) e Pompei (1748). I Borbone, fieri, controllavano direttamente gli accessi agli scavi, rendendoli un vero e proprio strumento attrattivo di propaganda per il Regno delle Due Sicilie. E chiaramente non vi era chi non ne subisse il fascino. Indimenticabile il pensiero di Stendhal che nel 1817 scriveva “L’episodio più interessante del mio viaggio è stata la visita a Pompeia. Qui ci si sente davvero trasportati nell’antichità”. Che poi l’essere trasportati nell’antichità è un po’ quello che succede visitando questa mostra che continua con l’esibizione del gusto per il mondo egiziano nato a Napoli e poi diffuso solo in un secondo momento nel resto dell’Europa, e solo a seguito delle campagne di Napoleone proprio in Egitto; la Cina e le cineserie; la sala della materia, in cui si celebrano gli studi di mineralogia e vulcanologia che hanno portato all’inaugurazione, oramai duecento anni fa, del Real Museo Mineralogico e il Museo Zoologico e che ora fanno entrambi capo al Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche della Federico II. Altre sale sono dedicate agli animali: tra esemplari tassidermizzati e possibile anche ammirare un servizio da tavola, naturalmente di porcellana, che è un vero e proprio catalogo naturalistico della fauna del Regno. La mostra si conclude con le tradizioni più ludiche di quel periodo e più in generale della tradizione partenopea: Pulcinella, maschera protagonista della commedia dell’arte dell’epoca, il gioco, soprattutto quello d’azzardo che ha sempre affascinato il popolo napoletano, la moda e le atmosfere di festa, tra parrucche, ventagli, bastoni e tabacchiere. Oltre 1000 oggetti, 600 porcellane delle Reali Fabbriche di Capodimonte e di Napoli, più di 100 costumi del Teatro San Carlo. Tutti da ammirare al Museo di Capodimonte e sul catalogo di oltre 200 pagine della mostra, pubblicato da Electa, con fotografie realizzate da Luciano Romano.





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