Il pubblicitario

La cultura aggregata di marketing d'impresa

    di Silvio Fabris

E’ ciò che il pubblicitario deve formarsi,  perché deve vedere i problemi ”dal di dentro" se vuole aiutare a risolverli. Il pubblicitario può dare molti preziosi impulsi in questa materia. Può diventare una marcia in più per l’azienda. Nella mia vita professionale l’utenza ha accolto sempre con molto favore questa area di competenza. Mi sovviene ciò che scrisse il grande David Ogilvy su chi lavora in pubblicità, che cerco di sintetizzare.

Necessità caratteriali:

  • Essere ottimisti.

E’ il primo requisito. Un pessimista non può entrare in pubblicità.

  • Essere duttili ed elastici;

Chi si vanta d’essere “tutto d’un pezzo” è poco adatto a fare il consulente.

  • Amare la vita come una splendida avventura.

Chi non ama la vita in questo modo è meglio che scelga un’altra professione.

Io ho diviso il mio spirito in due parti: quella del lavoro e quella per tutto il resto. Ho capito che non potevo mescolare i due aspetti se volevo essere forte nel lavoro.

Molti manager probabilmente non si rispecchieranno in questi modelli o li troveranno superati, ma penso che si dovrebbe tornare a costruire quella atmosfera in cui si genera autentica innovazione e vera creatività.





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