Giovani: prede facili

Gli effetti della pubblicità sui più piccoli

    di Silvio Fabris

La pubblicità, offrendo modelli di comportamento, stili di vita e di pensiero, potrebbe influenzare la visione che i giovani hanno della realtà sociale. L'adolescente potrebbe essere spinto a imitare ciò che gli viene proposto e ciò porterebbe ad una probabile illusione, allo scontro di questa illusione con la realtà di tutti i giorni.

La pubblicità, quando si rivolge ai giovani, fa leva su bisogni quali l'affermazione individuale, il successo, il bisogno di apparire e di "contare" all'interno del gruppo di coetanei o con la propria ragazza. Tutta la pubblicità dedicata ai giovani, dagli alcolici ai motorini, dalle lozioni contro l'acne agli shampoo, offre spesso dei modelli di vita e di comportamento cui aspirare. Gli effetti pedagogici, visti in tale prospettiva, potrebbero risultare devastanti. Naturalmente tali effetti appaiono più gravi in relazione al mezzo usato.

      1) Incapacità di distinguere la realtà dal mondo irreale.

      2) Apprendimento di valori che contrastano con quelli della società.

      3) Formazione di atteggiamenti di sfiducia verso la società che viene rifiutata.

      4) Induzione ad atteggiamenti pericolosi non solo fisicamente.

Sarebbe ingiusto, tuttavia, ritenere che la pubblicità abbia solo effetti negativi sul pubblico giovanile, o, comunque, non bisogna esasperare le valutazioni negative nei confronti della pubblicità e giungere ad una sua, totale e senza riserve, demonizzazione.





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